domenica 4 agosto 2013

Meduse, l’incubo dei bagnanti

Savona - Le meduse sono il nemico pubblico numero uno dei bagnanti che in estate frequentano le località rivierasche savonesi. Per quanto bagnini e titolari di stabilimenti balneari stiano cercando di gettare acqua sul fuoco (è già un classico il cartello comparso su una battigia di Loano: “le meduse non sono squali tigre”), la psicosi tra i bagnanti non accenna a diminuire. Ormai sono davvero rare le persone che si avventurano al largo per un bella nuotata senza un paio di occhialini che permettano di vedere se ci sono “pericoli” nei paraggi. Perché un “contatto” con i tentacoli di una medusa può rovinare la giornata di vacanza di tutta una famiglia. Il veleno provoca una reazione infiammatoria: la pelle si arrossa, brucia, si formano piccole bolle. Dopo circa venti minuti la sensazione di bruciore si esaurisce, ma resta una fastidiosa sensazione di prurito.
Certo il mar Mediterraneo non è l’oceano Pacifico, le specie che vi abitano sono molto diverse: in Australia le meduse fanno più vittime degli squali e i nuotatori vestono speciali tutte integrali anti-contatto (si trovano anche in vendita su Internet). Da noi niente di tutto questo. Però, in caso estremi, persino l’abbraccio di una medusa nostrana può avere gravi conseguenze: il forte dolore che provoca può essere anche fatale in individui con problemi di cuore. Niente allarmismi quindi, ma una certa attenzione sì. «Sulle spiagge di Savona quest’anno, per fortuna, la situazione sembra meno preoccupante – dice Enrico Schiappapietra, presidente del sindacato balneari - Nel ponente della provincia è invece un po’ più grave. In ogni caso non c’è di che preoccuparsi. Ogni stabilimento è dotato di un punto di primo soccorso, in cui si può chiedere una crema contenente cortisone che lenisce il dolore e rallenta l’infiammazione. In alcuni casi ne sono provvisti anche i guardaspiaggia sul trespolo».
Su Internet è nato un programma, scaricabile anche come applicazione sul cellulare, dedicato proprio all’emergenza meduse. Si chiama Meteo Meduse: è un servizio di monitoraggio del fenomeno basato sulle segnalazioni degli utenti, oltre che un servizio di informazione per turisti e bagnanti, contenente nozioni sugli stratagemmi e i rimedi per non lasciarsi rovinare la vacanza. Secondo la mappa del sito, la riviera savonese è proprio una delle preferite dalle meduse: con 48 segnalazioni degli utenti, va di pari passo con la costa toscana e, soprattutto, con l’isola d’Elba. Sempre secondo la mappa, la stragrande maggioranza delle punture di medusa sulle nostre rive sono imputabili alla “Pelagia noctiluca”: una specie caratterizzata dal colore violetto e da otto lunghi tentacoli. Nei primi anni Ottanta è stata molto abbondante nel Mediterraneo, poi è scomparsa e riapparsa a intervalli più o meno decennali; ma secondo gli esperti del sito (centro studi dell’Università del Salento) a partire dal caldissimo 2003 la sua presenza ora è quasi costante.
Un’ultima curiosità: proprio davanti alle coste liguri alcuni biologi marini hanno scoperto e studiato la “Turritopsis dohrnii”. Una particolare specie di medusa che, quando si sente minacciata, riesce a invertire il suo ciclo vitale, ritornare a uno stadio primordiale di ammasso di cellule indifferenziate e, in questo modo, evitare la morte. Lo stratagemma consente all’animale di ricominciare l’intero ciclo vitale, rigenerandosi forse all’infinito. Un dettagliato articolo è comparso di recente sulle pagine del New York Times e di National Geographic. Il segreto dell’immortalità è forse custodito proprio in uno di quegli odiati, misteriosi animali?

fonte: Il Secolo XIX web

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