(estratto da un articolo de "Il Secolo XIX")
A Sanremo il convegno “Clima e turismo” ha evidenziato i mutamenti che interessano anche la Liguria e la necessità di previsioni sempre più puntuali e circostanziate, utili a orientare la clientelaSanremo - Eventi estremi come l’alluvione a Sanremo del 1998, o quella di Ceriana nel 2000, e oggi la devastazione ben maggiore nello Spezzino, alternati a lunghi periodi di siccità (con il record di caldo nel 2003). E la temperatura media minima annua che, negli ultimi 25 anni, in provincia di Imperia è salita di 2,5 gradi.
I cambiamenti climatici, con tutte le loro conseguenze – moltiplicate dal degrado del territorio – sono evidenti anche in Liguria e influiscono sempre di più, oltre che sulla vita quotidiana delle persone, anche sul turismo. Per cui previsioni meteorologiche precise e circostanziate dal punto di vista geografico diventano determinanti sia sotto il profilo della prevenzione, o limitazione, dei danni alle persone e alle cose; sia nell’orientare i flussi turistici. Ma tocca anche agli operatori del settore adeguarsi a questi mutamenti.
E’ quanto ha detto il convegno”Clima e turismo” organizzato ieri all’Hotel Royal da Skal (International Association of Travel and Tourism Professionals), in occasione del suo 50° Congresso nazionale, su iniziativa del presidente Franco Gaiani e del responsabile della delegazione Sanremo Riviera dei Fiori, Giuseppe Rubaudo.
La Riviera dei Fiori rivendica le sue peculiarità, anche climatiche, e su questo si sono soffermati, con dati e analisi, i meteorologi Stefano Gallino (dell’Arpal di Genova), Nicola Podestà (ex direttore dell’Osservatorio di Imperia) ed Achille Pennellatore (del Servizio meteo Portosole).
Gallino ha sottolineato che «oggi l’Arpal ha una rete di osservazione di 20 stazioni in provincia di Imperia e altrettante in provincia di Savona, in grado di inquadrare le peculiarità della zona. Da martedì cominceremo i lavori per installare una boa meteo-ondametrica davanti a Capo Mele, a una distanza di tre miglia dalla costa e a una profondita di 80 metri, capace di registare il moto ondoso e importante non solo per prevedere le mareggiate, ma anche per capire come costruire opere a mare, dighe, pennelli di protezione. Aspetto importante, per un Ponente che patisce l’erosione della costa e danni pesantissimi proprio dalle mareggiate».
Continua Gallino: «Come Regione stiamo lavorando proprio per definire previsioni sempre più dettagliate, viste anche le varie caratteristiche morfologiche della Liguria: è giusto dare risalto al clima mite, ma anche essere in grado di lanciare allerta meteo localizzati, per dare informazioni ai cittadini e ai turisti. Nel caso tragico delle Cinque Terre, Arpal già domenica 23 aveva emesso il pre-allerta, e lunedì 24 l’allerta 2. E da certi disastri sono nate anche nuove consapevolezze: come il rapporto che abbiamo instaurato con la Protezione civile di Ceriana, gli amministratori e la popolazione dopo l’alluvione del 2000».
Natale Inzaghi, già dirigente dei vigili del fuoco e commissario proprio all’alluvione del 2000, ha invece lanciato un monito: «Purtroppo ci dimentichiamo della vulnerabilità del territorio. Dopo il disastro del 2000, sono stati stanziati 400 miliardi di vecchie lire per le opere di ripristino: come sono stati spesi? Deve esserci un cambio di mentalità da parte di tutti, una sinergia tra cittadini, operatori e amministratori. Cerchiamo di fare le cose prima, per prevenire le devastazioni».
Nessun commento:
Posta un commento