Fereggiano dimenticato: «Coperti tutti gli errori»
(da Il Secolo XIX del 21/10/2012)
Genova - Non era solo una questione di «perdere la faccia» o fare «figure terribili». Il Fereggiano, «in condizioni di particolare intensità delle piogge», doveva essere presidiato in modo «fisso». Lo prevedeva il regolamento della Protezione civile comunale, una prescrizione che venne dunque violata. Ecco perché fu architettato il documento taroccato che sosteneva il contrario. Non solo l’ex assessore Francesco Scidone sapeva dei mancati controlli, ma coprì il falso - secondo quanto raccontato al pm da Sandro Gambelli, primo dei funzionari comunali arrestati - lasciando che il sindaco Marta Vincenzi esponesse quella versione in consiglio comunale.
È ormai chiaro il quadro del depistaggio sull’alluvione che il 4 novembre uccise sei persone, quattro donne e due bambine. La Procura è convinta di aver identificato gli ideatori dell’atto farlocco, i dirigenti comunali Gianfranco Delponte e Pierpaolo Cha (da venerdì agli arresti domiciliari e difesi dagli avvocati Romano Raimondo e Giancarlo Bonifai) e l’autore materiale, il loro sottoposto Sandro Gambelli (liberato ieri, assistito da Giuseppe Giacomini). Dopo aver praticamente chiuso questa tranche, l’indagine adesso entra nel vivo: «Puntiamo a identificare gli eventuali responsabili del disastro», spiega il procuratore Michele Di Lecce. Gli interrogatori di garanzia dei due manager sono stati fissati mercoledì di fronte al gip Annalisa Giacalone.
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