martedì 30 ottobre 2012

Meteo, "Uniformare i sistemi di allerta"

Genova - Secondo la Regione Liguria, è tempo a livello nazionale di uniformare i sistemi di allerta. Ne è convinta l’assessore alla Protezione Civile, Renata Briano, che oggi a Genova, a margine di un incontro, ha rilanciato la proposta alla luce delle emergenze del maltempo dei giorni scorsi.
«È necessario uniformare a livello nazionale i nomi delle allerta - ha detto - e proprio su questa tematica la protezione nazionale ha aperto un tavolo di lavoro. Le procedure funzionano, all’allerta massima già corrispondono determinati comportamenti da tenere anche di autotutela dei cittadini, come per le allerta minori».
Andrebbe però uniformata a livello nazionale la «cultura» riguardante l’allerta per il maltempo. «In Liguria dopo gli eventi del fine settimana la situazione è tornata sotto controllo - ha aggiunto Briano -. Ma il livello di attenzione rimane alto. Non si ricorda una frequenza così ravvicinata di eventi piovosi di questa importanza. Vi sono stati allagamenti e frane, ma nulla di paragonabile a quanto successo nel 2011 e nel 2010. In ogni caso continuiamo a seguire con grande attenzione le previsioni per poter prevenire e agire nel caso ce ne sia la necessita».
L’assessore Briano ha partecipato alla presentazione del cortometraggio di animazione “Stop, cambiamo il futuro” , realizzato nell’ambito del progetto “Da scuola a scuola:un tam tam per il cinema”, con il contributo della quattro province liguri. Si tratta di un cartone animato, realizzato interamente con i disegni di 732 bambini delle scuole elementari di tutta la Liguria.
(fonte: "Il Secolo XIX")

domenica 28 ottobre 2012

Terremoto magnitudo 7.7 sulla costa ovest del Canada, allarme tsunami

E' allerta tsunami per le coste ovest del Canada e le Hawaii, in seguito ad un violento terremoto di magnitudo 7.7 che ha colpito le isole Queen Charlotte, in Columbia Britannica.

"E' stato generato uno tsunami potenzialmente distruttivo per le coste di tutte le isole dello Stato delle Hawaii. Sono necessarie azioni urgenti per mettere in sicurezza le persone e le proprietà", afferma il Centro allerta tsunami del Pacifico (Ptwc). L'arrivo della prima onda anomala alle Hawaii è previsto per le 22:28 ora locale (le 9:28 in Italia).

Secondo i rilievi del Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs), il violento sisma ha avuto ipocentro a 9,9 km di profondità ed epicentro 139 km a sud di Masset. Non si segnalano al momento danni a persone o cose.

sabato 27 ottobre 2012

Una valanga d’acqua sul Tigullio orientale

Chiavari - L’acqua scende dall’alto e sgorga dal pavimento, ribolle nei tombini e scorre lungo le strade come un fiume. È annegata così Sestri Levante, in un’intera giornata di pioggia intensa che ha allagato il centro storico e i suoi negozi, le frazioni di San Bartolomeo e Renà, ricordando le ragioni per cui il piano di bacino considera buona parte del borgo rivano una zona rossa, a forte rischio esondazione. Con Sestri, che dalla mezzanotte alle 19 di ieri ha registrato secondo l’Arpal 184,4 millimetri di pioggia, prima in Liguria, anche Riva Trigoso ha conosciuto il nubifragio e Casarza Ligure è stata invasa dal fango, per prima, quando i suoi torrenti non sono esondati, ma solo grazie alla pulizia che il Comune aveva effettuato da poco tempo. A conferma del fatto che il pericolo non è ancora passato, il livello di allerta è stato innalzato a due, il più alto, ed è stato esteso sino alle 20 di oggi, con le scuole del Levante chiuse per cautela.
Il Petronio si è avvicinato al limite dell’argine, dando verosimiglianza alle voci che dicevano fosse straripato nel primo pomeriggio. Invece no, il torrente ha retto. Ma ha tenuto gli abitanti con il fiato sospeso e la macchina fotografia al collo, pronti a immortalare l’eventuale momento, nonostante i piedi e la testa fradice, i tombini della fognatura saltati e le strade chiuse al traffico. Per alcune ore Riva è rimasta isolata: chiuse le vie di accesso di San Bartolomeo, allagata pure quella, e le gallerie di Moneglia, che sono state riaperte intorno alle 17, quando via Ponzerone – prima ostruita da trenta centimetri d’acqua e detriti sulla carreggiata – è tornata praticabile. Per precauzione, all’asilo di via Palermo i bimbi sono stati accompagnati dalle insegnanti al piano superiore dell’edificio e ai genitori è stato raccomandando di non preoccuparsi e aspettare prima di mettersi in viaggio per recuperarli all’orario di uscita. Oggi, con l’allerta salita dal grado 1 al 2 fino alle 20 di questa sera, tutte le scuole sestresi resteranno chiuse.
Anche lo stabilimento Fincantieri ha interrotto l’attività intorno alle 12.30: l’acqua colava dentro ai capannoni, i detriti rotolavano dalla collina soprastante, mettendo a rischio soprattutto gli impianti elettrici e, quindi, l’incolumità dei lavoratori.
Neppure il centro storico di Sestri si è salvato dalla morsa del maltempo. Come non accadeva da decenni, via XXV aprile e piazza Matteotti si sono ritrovate sommerse dall’acqua che intorno alle 13 fuoriusciva dai tombini, non trovava canali di sfogo e si infilava nei fondi a pian terreno che ospitano i negozi. Oggi in tutto il Tigullio scuole chiuse.
(fonte: "Il Secolo XIX" del 27/10/2012)

venerdì 26 ottobre 2012

Allerta 1 prolungata, 200 evacuati in Liguria

Gli aggiornamenti L’allerta 1 sulla Liguria è stata prolungata fino alle 20 di domani, sabato 27 ottobre. Lo comunica il centro meteo Arpal della Regione Liguria.
Per le prossime ore sono previste ancora piogge su tutta la regione con precipitazioni diffuse e locali episodi temporaleschi che potranno risultare anche forti.
Secondo l’Arpal, la giornata di domani sarà caratterizzata dalla pioggia e in particolare dal vento. Previsto anche un rapido aumento del moto ondoso con possibili mareggiate in serata.
 Allagamenti sull’A12
Rallentamenti sull’autostrada A12 Genova-Livorno tra Chiavari e Lavagna e tra Rapallo e Chiavari per allagamenti provocati sempre dalla pioggia.
In vista dell’arrivo del freddo, intanto, il Comune di Sestri Levante ha autorizzato i propri cittadini all’accensione per dodici ore dei riscaldamenti a partire da domenica, in anticipo rispetto alla normale partenza del primo novembre.
 Pioggia nel Levante
La pioggia questa mattina è arrivata nel Levante ligure. Forti rovesci a Recco e Santa Margherita Ligure. L’arrivo della perturbazione viene segnalata anche dagli utenti Facebook del Secolo XIX .
Le piogge intense hanno provocato allagamenti a Chiavari nei sottopassi di via Jacopo Rocca, via Tito Groppo, corso Garibaldi. La polizia municipale valuta la situazione ma non sono segnalate chiusure.
Duecento evacuati in Liguria
C’è stato giusto il tempo di celebrare il primo anniversario dell’alluvione che aveva colpito lo Spezzino il 25 ottobre di un anno fa.
C’è stato giusto il tempo di vivere, ieri, una giornata di sole, fra abbracci e ringraziamenti ai volontari per l’aiuto ricevuto nei giorni sporchi di fango. Poi, dalla Protezione Civile della Regione Liguria, è arrivato il dispositivo di allerta meteo “1” .
Per oggi si prevedono freddo, vento di tramontana, e forti nubifragi: proprio sulle zone spezzine e genovesi già colpite dalle ultime alluvioni.
L’assessore alla Protezione Civile della Regione, Renata Briano, ha messo le mani avanti. «C’è la possibilità» ha ammonito «che l’allerta passi al livello 2, quello massimo». Ed ha ricordato ai sindaci la responsabilità della tutela dei cittadini.

È stato un brusco risveglio quello di ieri per lo Spezzino. Il sindaco di Borghetto Vara Fabio Vincenzi è passato dalla fiaccolata del ricordo alla firma di una cinquantina di evacuazioni, di cui otto da due abitazioni compromesse, in paese, e 22 dalla frazione di Cassana, dove il 25 ottobre 2011 una palazzina era crollata uccidendo due persone. È lì che andranno investiti - quando arriveranno - 2 dei 6 milioni di euro degli sms solidali. Vincenzi ha allestito un centro raccolta in Comune.

Il sindaco di Genova Marco Doria ha ritenuto opportuno far evacuare 159 persone, in particolare nella Val Bisagno . I più hanno trovato una sistemazione da vicini o parenti. In 51 hanno chiesto il supporto del Comune per trascorrere la notte al riparo. Sono stati sistemati presso strutture di accoglienza, a piccoli numeri. Sempre a Genova, questa mattina, rimarranno chiuse per precauzione le scuole più vicine al Rio Fereggiano , tristemente legato all’esondazione del 4 novembre di un anno fa, che aveva ucciso anche due bambine. La chiusura è prevista dall’ordinanza firmata dall’allora sindaco Marta Vincenzi il 3 febbraio 2012.

Nello spezzino, il sindaco di Vernazza, Vincenzo Resasco ha firmato un’ordinanza di chiusura dei negozi. Gli altri sindaci delle zone a rischio, specie lungo il fiume Magra, hanno annunciato una notte insonne: nel terrore che nuovi rovesci vadano ad assestare colpi devastanti ai versanti che sono rimasti in bilico dall’ottobre di un anno fa.

L’allerta “1” è piombato come un incubo nella faticosa giornata del ricordo. Si è passati dal cordoglio per le vittime di un anno fa alla paura di nuovi drammi. È scattato l’invito all’auto tutela fino alle 12 di domani. Sconsigliati gli spostamenti con mezzi propri nelle ore notturne, vietata la permanenza notturna nei locali a piano terra, nelle cantine. Meglio trasferire i beni di valore dagli scantinati ai piani superiori. Meglio tenere l’auto parcheggiata in una zona rialzata. Meglio evitare di uscire se si nota che l’acqua si intensifica.

I nuovi timori hanno venato di ulteriore amarezza un anniversario che ha alternato momenti di dolore e di gioia. Dolore per i drammi vissuti, gioia per i passi avanti che sono stati compiuti. La lunga giornata s’è aperta con la discesa in paese della Madonna di Soviore, che viene portata a Monterosso solo ogni 25 anni, negli anni giubilari. Ieri, è stata fatta un’eccezione. Si è voluta proprio questa scultura, che ha più di 1200 anni, perché mostra una Pietà serena. La Vergine non piange. Il Cristo ha la testa alzata. È morto ma è già risorto. Nulla di più appropriato, per ribadire la voglia di rinascita dei borghi alluvionati.
A Vernazza ieri l’architetto Richard Rogers ha donato un progetto di ristrutturazione del centro storico. E il presidente della Regione Claudio Burlando ha inaugurato la rete del gas. Un po’ alla volta, si riparte. Purtroppo i 40 milioni di euro ricevuti fino ad oggi sono ben lontani dai 730 che sarebbero necessari alla Liguria per risollevarsi.
(fonte: "Il Secolo XIX" del 26/10/2012)

giovedì 25 ottobre 2012

Allerta meteo 1 in Liguria

Genova - Nuova allerta maltempo domani in Liguria. La Protezione Civile della Regione prevede per tutta la giornata piogge diffuse da Ponente a Levante, con progressiva intensificazione.
A partire dalle 6 di venerdì mattina e sino alle 12 di sabato sono previsti su tutta la regione piogge e temporali forti.
L’allerta 1 di tipo idrogeologico interesserà particolarmente la zona dello Spezzino, colpita esattamente un anno fa da una violenta alluvione, e del Genovese.
Proprio per questo, la Protezione Civile regionale ha disposto il monitoraggio delle aree a pericolosità di frana, oltre alle zone che i Comuni ritengano di particolare criticità.
A Genova, per esempio, scattano le procedure di emergenza previste dopo l’alluvione del 4 novembre scorso, compresa la chiusura di alcune scuole nei dintorni di via Fereggiano .
Dopo l’allerta meteo diramato dalla Protezione civile, il sindaco di Borghetto Vara ha precauzionalmente disposto l’evacuazione di una trentina di persone residenti in un paio di frazioni dalle loro abitazioni. Sempre a Borghetto è stata decisa la chiusura delle scuole.

Maltempo e freddo in tutta Italia
Ma quello che attende la Liguria e il resto d’Italia nel weekend che segna il ritorno all’ora solare (lancette indietro di un’ora) è un autentico assaggio d’inverno. Dopo una prima parte di stagione con temperature ben al di sopra della media, infatti, tra sabato e domenica è previsto che la colonnina di mercurio scenda di una cifra tra i 10 e i 15 gradi, raggiungendo valori inferiori alla media del periodo.
Un importante guasto del tempo, generalizzato si avrà già nella notte tra venerdì e sabato, quando è atteso un nuovo ciclone mediterraneo, tipico di ottobre, che porterà tanta pioggia, colpendo soprattutto Liguria, Toscana, Lazio, Campania e Friuli-Venezia-Giulia. La neve inizialmente cadrà solo a 2.000 metri.
Ma un ulteriore importante aggravamento del quadro meteo è previsto nella notte tra sabato e domenica, quando aria fredda artica si getterà nel bacino del Mediterraneo valicando le Alpi. Le piogge, secondo il Centro Epson Meteo, saranno forti anche nella giornata di sabato al Nord e nelle regioni tirreniche, soprattutto in Campania.
Tornerà la neve sulle Alpi, anche sotto i 1.000 metri in quelle orientali. Domenica, poi, a causa della massa d’aria polare la colonnina di mercurio scenderà anche di 10-15 gradi rispetto ai valori attuali. Ci sarà ancora maltempo al centrosud, con neve sull’Appennino centrale e, al mattino, a quote collinari (300/500 m) in Emilia Romagna. Forti i venti settentrionali: soffierà la Bora su alto Adriatico con raffiche anche fino a 60/70 km/h e la Tramontana in Liguria con raffiche fino a 50-60 km/h.
(fonte: "Il Secolo XIX" del 25/10/2012)

mercoledì 24 ottobre 2012

La sentenza del giudice Marco Billi disintegra la Protezione Civile

Raffica di dimissioni, lasciano Maiani e Dolce
Lascia fisico Maiani e intero ufficio presidenza. Scienziati Usa e Giappone contro la condanna.
(fonte ANSA.it)

Raffica di dimissioni eccellenti all'indomani della condanna di sette scienziati ed esperti che ''non allertarono'', anzi ''minimizzarono'' i rischi di un terremoto a L'Aquila. Via i vertici della Grandi Rischi: non solo il presidente, il fisico Luciano Maiani, ma anche il presidente emerito Giuseppe Zamberletti e il vicepresidente Mauro Rosi hanno rassegnato dimissioni a  Monti. Maiani ha deciso di dimettersi per "l'impossibilità di lavorare serenamente e offrire pareri di alta consulenza scientifica allo Stato in condizioni così complesse". Hanno lasciato poi anche altri membri della Grandi Rischi, come Roberto Vinci, del Cnr. Anche il direttore dell'ufficio rischio sismico della Protezione Civile, Mauro Dolce, tra i sette condannati, ha presentato le dimissioni. Il Dipartimento sottolinea che "all'esito dell'iter amministrativo previsto, il professore verrà assegnato ad altro incarico".

APPELLO FRA UN ANNO, DIFESE PREPARANO RICORSO - Le difese dei sette condannati hanno previsto la fissazione del processo d'appello tra l'autunno e la fine del 2013. Entro 90 giorni verranno depositate le motivazioni e poi le difese lavoreranno al ricorso per cui hanno a disposizione 45 giorni. E' l'avvocato Marcello Melandri, che assiste Enzo Boschi, a tracciare la linea. "Aspetteremo le motivazioni e poi lavoreremo all'appello sperando in un risultato migliore". All'indomani della sentenza "sono ancora più incredulo, ci ripenso e mi chiedo il perché", commenta.

PROTEZIONE CIVILE, ORA PARALISI ATTIVITA' - La prima conseguenza della sentenza di condanna emessa ieri nei confronti dei componenti della ex commissione Grandi rischi è "la paralisi delle attività di previsione e prevenzione". Lo afferma il Dipartimento della Protezione civile. Si arriverà alla paralisi, nota il Dipartimento, "poiché è facile immaginare l'impatto di questa vicenda su tutti coloro che sono chiamati ad assumersi delle responsabilità in questi settori considerati i pilastri di una moderna Protezione civile". Il rischio, sottolinea, "é che si regredisca a oltre vent'anni fa, quando la Protezione civile era solo soccorso e assistenza a emergenza avvenuta. Oppure che chi é incaricato di valutare finisca per alzare l'allerta al massimo livello ogni qualvolta i modelli previsionali forniscano scenari diversificati, generando una crescita esponenziale di allarmi che provocheranno assoluta sfiducia nei confronti di chi li emette o situazioni di panico diffuso tra la popolazione". "In entrambi i casi - prosegue la Protezione civile - le Istituzioni, primi fra tutti i Sindaci, che per legge hanno l'obbligo di pianificare e prendere decisioni a tutela dei propri cittadini, lo dovranno fare senza il fondamentale supporto di coloro che fino a ieri, avendo le necessarie competenze ed esperienze, fornivano valutazioni e interpretazioni sui molteplici rischi che interessano il territorio italiano e che da oggi non si sentono più tutelati dal Paese per cui prestano servizio". Tra le conseguenze che si stanno già ripercuotendo sul servizio nazionale di Protezione civile a seguito della sentenza di condanna emessa ieri dal tribunale dell'Aquila, il Dipartimento cita le dimissioni formalmente presentate al presidente del Consiglio da parte dei componenti della Commissione Grandi rischi, oltre a quelle di Mauro Dolce, direttore dell'Ufficio rischio sismico del Dipartimento.

IL MONDO DELLA SCIENZA INSORGE - Levata di scudi del mondo scientifico internazionale dopo la condanna dei super esperti che ''non allertarono'' gli aquilani, anzi ''minimizzarono'' i rischi di un terremoto. La sentenza  "e' avvenuta nel paese natale di Galileo. Certe cose non cambiano mai". E' la conclusione del  ricercatore Michael Halpern, della ong americana Union of Concerned Scientists. "Il presidente Napolitano dovrebbe intervenire'', aggiunge. Dal Giappone gli fa eco Shinichi Sakai, professore associato dell'Earthquake Research Institute di Tokyo: "Se fossi stato io lì avrei detto le stesse cose perché non è possibile stabilire quando può verificarsi una forte scossa sismica". Una sentenza "rigida, da choc" che impedirebbe in Giappone di "accettare qualsiasi incarico in commissioni di esperti vista la possibilità di condanna", afferma Koshun Yamaoka, ordinario di sismologia all'Università di Nagoya.

SITO EUCENTRE BIANCO PER SOLIDARIETA' - La Fondazione Eucentre, specializzata nella ricerca sui terremoti, ha lasciato in bianco il suo sito web in segno di solidarietà con il suo presidente, Gian Michele Calvi, membro della commissione Grandi Rischi condannato insieme agli altri. "Ricercatori, tecnici e collaboratori della Fondazione Eucentre - si legge nella home page, completamente bianca - esprimono la loro vicinanza al Prof. Gian Michele Calvi, Presidente di Eucentre, ed a tutti i membri della Commissione Grandi Rischi che sono stati condannati in primo grado con la sentenza del 22 ottobre 2012".

IL DIBATTITO IN ITALIA - "Quella de l'Aquila è una vicenda drammatica, ma la giustizia ha i suoi tempi", afferma il ministro dell'interno Cancellieri. "Il rischio è che si sia affermato il principio che non è ammesso il dubbio in una valutazione scientifica. Io credo si debba restituire ad ogni componente della vita sociale il suo ruolo. Il ruolo della scienza non è quello della politica e non è neanche quello dell'amministrazione. Probabilmente c'é un po' di confusione di ruoli", afferma il ministro dell'ambiente, Corrado Clini. "Mi auguro che venga corretta in secondo grado": è invece  l'auspicio espresso dal presidente della Camera, Gianfranco Fini. "E' una sentenza che sta facendo il giro del mondo - ha aggiunto Fini - e con tutto il rispetto per chi l'ha emessa, contrasta con un dato scientifico: è impossibile prevedere la gravità di un sisma". "Ne stanno parlando negli Stati Uniti e in Giappone. Mi auguro - ha concluso il presidente Fini - che venga corretta in secondo grado". "Si rende giustizia alle vittime del terremoto dell'Aquila condannando chi ha costruito delinquentemente, non gli scienziati. Assurdo. E le conseguenze?", afferma il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, su Twitter.

martedì 23 ottobre 2012

Inchiesta alluvione di Genova 2011 - #5

Alluvione 2011, Scidone indagato. Doria: «Vogliamo capire»
da "Il Secolo XIX del 23-10-2012"

Genova - Francesco Scidone, ex assessore (Idv) alla Sicurezza del Comune del capoluogo ligure, risulta indagato per concorso in falso e calunnia in relazione all’alluvione che colpì la città il 4 novembre del 2011.
L’iscrizione di Scidone nel registro degli indagati sarebbe legata all’interrogatorio del dirigente comunale Sandro Gambelli, secondo cui l’ex assessore avrebbe saputo che alle 12 di quel terribile giorno a monitorare il torrente Fereggiano non c’era alcun volontario , e avrebbe in qualche modo avvallato la successiva ricostruzione “taroccata” dei tempi dell’esondazione del corso d’acqua.
Contattato da Radio19, lo stesso Scidone è stato telegrafico: «Non posso dire nulla, rivolgetevi al mio avvocato». Avvocato che è apparso subito sulla linea del suo cliente: «Non rilascio dichiarazioni su nulla».
«Il Comune di Genova vuole capire come l’opinione pubblica cosa è successo nell’alluvione del 4 novembre 2011»: così il sindaco Marco Doria oggi pomeriggio a Genova in Consiglio Comunale ha commentato l’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex assessore Scidone, indagato per falso e calunnia in relazione all’alluvione 2011.
«L’ipotesi di reato attiene alla colpevolmente scorretta ricostruzione degli avvenimenti - ha detto Doria -. Oltre alla notizia delle indagini in corso della magistratura su alcuni funzionari del Comune per falso e calunnia, non sappiamo nulla di più in questo momento. Non ci vogliamo sostituire ai magistrati. Attendiamo i risultati dell’indagine mantenendo un atteggiamento garantista nei confronti degli indagati. Il Comune è disponibile a collaborare con la magistratura».
Doria ha precisato che in questi mesi il Comune ha lavorato per rendere più efficiente il sistema della Protezione civile, predisponendo una struttura più snella, con un comitato operativo anti-emergenze a livello della prefettura.
Le telecamere del Secolo XIX sono andate in Consiglio Comunale, a raccogliere il parere di capigruppo e consiglieri. L’Idv non ha voluto commentare; molto duro invece il capogruppo Lega Nord Edoardo Rixi che ha detto: «Sembra di stare in Calabria: così si perde la fiducia dei cittadini».
 Interrogatorio dal gip per due indagati
Saranno ascoltati domani dal gip di Genova i due funzionari del Comune Pierpaolo Cha e Gianfranco Delponte, agli arresti domiciliari per falso e calunnia nell’ambito dell’inchiesta-stralcio sull’alluvione del 4 novembre 2011.
L’interrogatorio di garanzia si svolgerà davanti al gip Annalisa Giacalone, la stessa che la settimana scorsa aveva sentito Sandro Gambelli, l’ex dirigente del settore Protezione Civile di Pubblica Incolumità e Volontariato, a sua volta ai domiciliari con le stesse ipotesi di reato, e poi scarcerato dopo l’interrogatorio.

domenica 21 ottobre 2012

Inchiesta alluvione di Genova 2011 - #4

Fereggiano dimenticato: «Coperti tutti gli errori»
(da Il Secolo XIX del 21/10/2012)

Genova - Non era solo una questione di «perdere la faccia» o fare «figure terribili». Il Fereggiano, «in condizioni di particolare intensità delle piogge», doveva essere presidiato in modo «fisso». Lo prevedeva il regolamento della Protezione civile comunale, una prescrizione che venne dunque violata. Ecco perché fu architettato il documento taroccato che sosteneva il contrario. Non solo l’ex assessore Francesco Scidone sapeva dei mancati controlli, ma coprì il falso - secondo quanto raccontato al pm da Sandro Gambelli, primo dei funzionari comunali arrestati - lasciando che il sindaco Marta Vincenzi esponesse quella versione in consiglio comunale.

È ormai chiaro il quadro del depistaggio sull’alluvione che il 4 novembre uccise sei persone, quattro donne e due bambine. La Procura è convinta di aver identificato gli ideatori dell’atto farlocco, i dirigenti comunali Gianfranco Delponte e Pierpaolo Cha (da venerdì agli arresti domiciliari e difesi dagli avvocati Romano Raimondo e Giancarlo Bonifai) e l’autore materiale, il loro sottoposto Sandro Gambelli (liberato ieri, assistito da Giuseppe Giacomini). Dopo aver praticamente chiuso questa tranche, l’indagine adesso entra nel vivo: «Puntiamo a identificare gli eventuali responsabili del disastro», spiega il procuratore Michele Di Lecce. Gli interrogatori di garanzia dei due manager sono stati fissati mercoledì di fronte al gip Annalisa Giacalone.

sabato 20 ottobre 2012

Inchiesta alluvione di Genova 2011 - #3

Genova: Scidone sapeva che non c'erano volontari
(da Il Secolo XIX del 20/10/2012)

Genova - L’ultimo buco è una probabile riunione avvenuta nel pomeriggio del 4 novembre 2011. Poche ore in cui qualcuno stabilì che si doveva dare una versione dei fatti falsa in pasto all’opinione pubblica (sconvolta dalla morte di sei persone), per proteggere l’operato del Comune. Per il resto la Procura non ha più dubbi. È chiaro chi ordinò, chi stilò e chi partecipò alla redazione del verbale della vergogna. Manca solo il “mandante” politico, se c’è, e pare che ci si stia avvicinando parecchio.

La svolta decisiva è arrivata dopo l’interrogatorio dell’ex disaster manager Sandro Gambelli (difeso da Giuseppe Giacomini), l’autore materiale dell’atto taroccato che colloca un volontario della protezione civile sul Fereggiano poco prima dell’esondazione (prima bugia) e anticipa di tre quarti d’ora la calamità (seconda bugia). Quella versione, secondo il gip Annalisa Giacalone, fu ordinata da Gianfranco Delponte, coadiuvato da Giampaolo Cha, rispettivamente numero uno e due dell’Area Sicurezza del Comune, nonché responsabili diretti di Gambelli. Ma sempre nello stesso interrogatorio, per la prima volta, è emersa la diretta consapevolezza del falso da parte di un politico.
Si tratta di Francesco Scidone, ex assessore alla Protezione civile del Comune. Il pm Luca Scorza Azzarà, incalzando Gambelli, gli chiede se ricorda qualcosa di un dialogo riportato agli inquirenti da un altro superteste. Sarebbe avvenuto, sostiene il magistrato, nella sala operativa del Comune la mattina del disastro, poco prima di mezzogiorno. Scidone, rendendosi conto che le piogge erano fortemente aumentate d’intensità leggendo i dati dei pluviometri, si rivolge Roberto Gabutti (oggi indagato e difeso da Michele Ispodamia), coordinatore dei volontari che devono monitorare il livello dei torrenti: «Cosa dicono i tuoi?», la prima domanda.
E Gabutti: «Situazione critica ma sostanzialmente sotto controllo». Scidone, insiste il pm, avrebbe replicato: «Ma sul Fereggiano abbiamo qualcuno?». Gabutti: «No..». A quel punto ancora Scidone avrebbe perso le staffe: «Ma porca M...mandate subito qualcuno». Gabutti si attivò, ma non riuscì a inviare nessuno. Eppure l’ex sindaco Marta Vincenzi, basandosi sulla relazione firmata dai funzionari oggi agli arresti e avallata da Scidone, disse che un controllo sul Fereggiano c’era stato, e pure tranquillizzante. Un falso, di cui tuttavia l’assessore era ben consapevole essendo stato informato in tempo reale delle mancate ricognizioni. Se la posizione di Scidone pare scricchiolare, subisce colpi durissimi quella di Gianfranco Delponte e Pierpaolo Cha, manager pubblici inizialmente “solo” indagati a piede libero e da ieri ai domiciliari (li difendono Romano Raimondo e Giancarlo Bonifai).
«Il quadro indiziario - si legge nelle carte - si è aggravato a seguito delle circostanziate e credibili dichiarazioni rese da Gambelli». Precisazioni che, di quest’ultimo, «inquadrano il ruolo subordinato». Delponte e Cha , quindi, « attestavano falsamente il verificarsi di fatti...fra questi l’avvenuta segnalazione da parte di un delegato della protezione civile che la situazione fosse ancora tranquillizzante alle ore 12, e il successivo verificarsi dell’esondazione che cagionava sei vittime alle ore 12.15, circostanza oggettivamente falsa». Siccome sono ancora in servizio, possono «inquinare le prove». E il giudice li mette agli arresti.

Inchiesta alluvione di Genova 2011 - #2

Alluvione: Delponte e Cha agli arresti domiciliari
(da Il Secolo XIX del 19/10_2012)

Genova - Le parole pesano. E quelle pronunciate davanti al pm Luca Scorza Azzarà da Sandro Gambelli, dirigente di Protezione civile del Comune di Genova, arrestato quattro giorni fa per falso e calunnia nell’ambito dell’inchiesta-stralcio sulle carte taroccate destinate al verbale per l’alluvione del 2011, pesano un quintale.
Così oggi, poco dopo le 14, la squadra di polizia giudiziaria della procura di Genova ha notificato ai superiori di Gambelli un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Gianfranco Delponte e Pierpaolo Cha sono diventati, da semplici indagati per reato in concorso, detenuti ai domiciliari. I reati contestati sono falso e calunnia.
La decisione del giudice Annalisa Giacalone di trasformare in ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari l’iscrizione nel registro degli indagati di Delponte e Cha sarebbe scaturita dal fatto che il giudice, preso atto che i due ricoprivano ancora le rispettive cariche in Comune, avrebbero potuto inquinare le prove.
Dunque, il quadro di quanto avvenne subito dopo la tragedia sembrerebbe delinearsi: Gambelli avrebbe redatto il falso documento che raccontava una sequenza degli eventi accorciata rispetto alla realtà, in modo da rendere imprevedibile la “bomba d’acqua” prodotta dal torrente Fereggiano, ma a pensare quel documento sarebbero stati i suoi superiori gerarchici, Delponte e Cha.
La taroccatura sarebbe servita, secondo le stesse parole degli indagati, a evitare lo «sputtanamento dell’ufficio di protezione civile e dei volontari». Insomma, Gambelli è stato chiaro: ha eseguito un ordine. E ha ricordato che l’allora vicesindaco Paolo Pissarello in un’intervista rilasciata poco dopo le 19 fornì la ricostruzione taroccata della bomba d’acqua quando ancora Gambelli non aveva redatto il verbale. Come dire che la decisione venne presa a un livello superiore rispetto al suo. Un j’accuse diretto, un dito puntato contro i suoi superiori gerarchici.
Questa inchiesta-stralcio va di pari passo con una seconda tranche che vede indagato il responsabile delle organizzazioni di volontariato che in quei giorni si trovavano a Genova, Roberto Gabutti. Gabutti avrebbe scritto sul bollettino dei fiumi che un volontario alle 12 avrebbe riferito che il rio Fereggiano era sotto il livello giallo, ovvero sotto il livello di guardia. In realtà il volontario ha riferito agli inquirenti che non si trovava sul Fereggiano, ma era imbottigliato nel traffico lungo il Bisagno.
Gabutti è indagato di falso e favoreggiamento perché avrebbe assecondato il disegno dei dirigenti comunali responsabili della protezione civile. Entrambe le inchieste fanno parte di un’indagine più articolata e complessa che intende far luce sulle responsabilità durante l’alluvione che provocò sei morti.

Inchiesta alluvione di Genova 2011 - #1

Alluvione, ecco i nomi di causò il disastro
(da Il Secolo XIX del 19/10/2012)

Genova - L’inchiesta sul falso, sulla confezione dell’atto che modificò la ricostruzione dell’esondazione del Fereggiano, è «sostanzialmente finita» agli occhi di chi indaga. Sandro Gambelli, ex disaster manager del Comune, ha ammesso di aver «redatto il verbale», anche se la sua concezione è da attribuire ai «superiori»: «Sono responsabile della redazione materiale del verbale falso, ma non ho ideato io quella versione dei fatti».

Ma la parte più interessante della vera e propria audizione fiume, avvenuta ieri in Procura e durata complessivamente cinque ore, riguarda le responsabilità del disastro, una calamità che ha provocato la morte di sei persone. Il responsabile della Protezione civile di Tursi, assistito dai suoi legali Giuseppe Giacomini e Luca Robustelli, ha ripercorso la catena di comando della macchina della sicurezza quel giorno, i fallimenti e le responsabilità. Un resoconto dettagliatissimo che sterza netto rispetto ad alcune ricostruzioni un po’ fantasiose filtrate in questi giorni, ma che potrebbe portare nelle prossime settimane ai primi avvisi di garanzia a carico di dirigenti e politici.
Il colpo di teatro si materializza nell’ufficio del pubblico ministero Luca Scorza Azzarà, il titolare dell’inchiesta sull’alluvione del 4 novembre 2011. In prima battuta Gambelli è stato ascoltato dal giudice per le indagini preliminari Annalisa Giacalone, nel corso dell’interrogatorio di convalida, un passaggio determinante per la conferma o la revoca degli arresti domiciliari. Subito dopo, intorno alle 15, Gambelli si è presentato nell’ufficio del sostituto procuratore (ne uscirà solo poco dopo le 19), per presentare la sua versione dei fatti, soprattutto sulla calamità che ha colpito Genova l’anno scorso e su come poteva essere affrontata in modo efficace.
È una svolta del tutto imprevista. Mentre tutta l’attenzione era ormai concentrata sul verbale del Comitato di protezione civile comunale - un atto manomesso ad arte per evitare «responsabilità penali, amministrative e politiche in capo ad alti dirigenti del Comune», secondo Andrea Rimassa, collaboratore di Gambelli - l’ex disaster manager ha giocato di contropiede. Il falso sarebbe «un incidente di percorso», qualcosa di innegabile, ma accaduto comunque «dopo l’alluvione». Mentre l’indagine da ieri vira sul «durante», e sull’interrogativo fondamentale: si potevano evitare le vittime? E chi deve risponderne?
Nel faccia a faccia con il magistrato, secretato dal pm, Gambelli ha ripercorso dapprima le tappe che hanno portato alla fabbricazione del falso, documento che anticipa l’onda assassina e sostiene che il Fereggiano fosse monitorato da un volontario della Protezione civile che in realtà si trovava altrove. Un artificio inventato per evitare «sputtanamenti all’ufficio e ai volontari». «È vero che l’ora effettiva dell’esondazione è successiva alle 12.15, ora che risulta nel documento - è la sintesi del suo ragionamento - Ma la situazione in via Fereggiano era già critica da prima».
La versione farlocca, in altre parole, poggia su due elementi: alle 12 il volontario Andrea Mangini è sul Fereggiano (falso) e segnala che la situazione è sotto controllo; alle 12.15 arriva la piena (secondo falso, arriva alle 12.53). Ergo: non si poteva fare niente. Ci sarebbero state «pressioni» dall’alto per avvallare quella versione. Lo riferisce il coordinatore dei volontari, Roberto Gabutti (indagato e assistito dall’avvocato Michele Ispodamia), che si sente ripetere domande «allusive» e «reiterate», da superiori più «informati» come «il dirigente dell’area Sicurezza Gianfranco Delponte (indagato) e l’ex assessore Francesco Scidone»: «È vero che poco prima era tutto a posto e poi è successo tutto improvvisamente?».
Gambelli ammette di aver scritto quel rapporto, ma nega di averlo ideato. «Il vicesindaco Paolo Pissarello alle 19.45 andò in televisione e fornì già la ricostruzione manomessa, quando ancora il verbale non esisteva - è la sostanza del suo ragionamento - Qualcuno aveva già architettato tutto lo stesso pomeriggio. Non potevo essere io, ero a spalare fango». Parole che chiamano in causa nuovamente i superiori, presenti in sala comando, il vicedirigente Pierpaolo Cha (difeso da Giancarlo Bonifai) e Gianfranco Delponte (assistito da Romano Raimondo). «Si respirava un’atmosfera di sostanziale convergenza - è la sintesi di quanto raccontato al pm - Come se si fosse deciso ad alti livelli».
Oggi il tribunale deciderà sull’istanza di revoca della misura nei confronti di Gambelli. «Con l’interrogatorio riteniamo venuto meno il pericolo di inquinamento probatorio», spiega il suo legale. Ma i fari sono puntati in un’altra direzione. Le precisazioni più preziose di Gambelli riguardano le presunte responsabilità colpose dell’alluvione. In particolare le defaillance nelle fasi di preparazione e gestione dell’emergenza. Di fronte al pm il manager ha ripercorso la comunicazione con le scuole e la scelta di non chiuderle. Poi ha affrontato l’operato del Comitato di protezione civile, un tavolo «elefantiaco» a cui sedevano 44 persone, presieduto dal sindaco Marta Vincenzi, ma di fatto coordinato da Francesco Scidone. Ne facevano parte Delponte, responsabile tecnico della sicurezza, oltre a svariati membri della giunta e dello staff di Tursi. L’inchiesta sull’alluvione riparte da qui.

martedì 16 ottobre 2012

Pioggia e neve sull'Italia: è polemica per l'allarme

Acqua alta a Venezia, Alpi innevate, allegamenti in Campania. A Roma temporali meno intensi del previsto

La prima seria perturbazione dell'autunno ha scaricato acqua e neve sull'Italia, senza però provocare i disastri temuti. Soprattutto a Roma, dove comunque il picco delle piogge è atteso in tarda serata. "Non ci preoccupa - ha detto il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, dopo la riunione del Comitato operativo convocato per prepararsi all'emergenza - chi dice che abbiamo esagerato. L'anno scorso ci sono stati 50 morti per il maltempo. La prima cosa che conta è portare a casa la pellaccia. Dunque, diciamo no agli allarmismi ma anche all'indifferenza. La cautela è necessaria, bisogna prepararsi".

Tanto intensa quanto veloce, l'ondata di maltempo ribattezzata Cleopatra, già domani a mezzogiorno lascerà il Paese.

La pioggia annunciata e temuta da giorni ha iniziato a cadere intensa in serata su Roma, accompagnata da temporali e forte vento in diverse zone della città. La Protezione civile di Roma ha effettuato, fino alle 22.30, 150 interventi, risolto 49 allagamenti e messo in sicurezza 59 alberi. Tra le situazioni più critiche la chiusura del sottovia Lanciani, sulla nuova tangenziale Est e il crollo della copertura di un edificio di 5 piani,nel XVI municipio, senza alcun ferito. I municipi piùcolpiti il X, XVI, XX, XI, XII e XVII con allagamenti registrati a Porta Furba e Numidio Quadrato.

I temporali che hanno colpito Roma sono meno intensi di quanto previsto, "anche se bisogna comunque prestare la massima attenzione", ha detto Gabrielli. "Io - ha spiegato Gabrielli - ero contrario alla chiusura delle scuole e degli uffici pubblici, perché la ritenevo una decisione eccessiva rispetto a quello che ci aspetterà nell'autunno e nell'inverno. Non possiamo sempre chiudere scuole ed uffici, occorre imparare a convivere con queste cose, limitare gli spostamenti quando ci sono avvisi di criticità, ma non si possono bloccare le città e, soprattutto, la Capitale". La Capitale era pronta al peggio, con 40mila sacchi di sabbia, un centinaio di mezzi pesanti ed idrovore, sorveglianza dei monumenti e 1.400 uomini schierati.

La breve perturbazione ha causato qualche smottamento in Liguria e allagamenti in Campania: domani scuole chiuse precauzionalmente in sei comuni nel Napoletano. A Venezia, la punta di marea ha raggiunto i 105 centimetri. Allagato non più dell'8-9% del suolo cittadino. Disagi tutto sommato limitati, quindi, per veneziani e turisti. Nevicate sopra i 1.500 metri su tutto l'arco alpino. Interessata anche l'autostrada del Brennero.

La prima perturbazione autunnale "é solo un antipasto di quanto succederà nei prossimi mesi: bisogna quindi prepararsi adeguatamente, evitando di entrare in un loop di panico", ha spiegato Gabrielli. "L'innalzamento della temperatura che si è registrato nell'area del Mediterraneo - ha aggiunto - porta al formarsi di celle temporalesche imprevedibili che si strutturano e si scaricano sul terreno con effetti pericolosi".

"C'é stato un eccessivo allarmismo da parte di alcuni siti di informazione meteo", secondo il meteorologo Daniele Cat Berro, della Società meteorologica italiana, spiegando così il mancato avverarsi delle previsioni, che annunciavano violenti acquazzoni già dalla tarda mattinata di oggi in diverse città italiane, tra cui Roma.

ROMA; IN CAMPO 1400 UOMINI, OLTRE 100 MEZZI - "In città sono state distribuite 60 idrovore nelle zone più depresse e in alcune stazioni metro più a rischio". Lo ha detto il direttore della protezione civile capitolina, Tommaso Profeta. Spiegando le misure messe in campo a Roma per fronteggiare l'ondata di maltempo, Profeta ha aggiunto che "sono stati messi in campo 100 mezzi pesanti, 11 mezzi speciali per la disostruzione dei chiusini in emergenza e 40mila sacchi di sabbia a ridosso degli argini delle zone soggette a esondazioni". Per evitare chiusure non necessarie delle scuole si è avviata "un'opera di pulizia e disostruzione straordinaria contro gli allagamenti". Per quanto riguarda il personale, sono stati mobilitati 150 operatori per valutare la stabilità degli alberi e 1300 unità operative tra personale della Protezione civile comunale, volontari, operatori Ama, Servizio giardini e Polizia locale. Infine, 2000 telecamere sorveglieranno i monumenti in collegamento con la centrale operativa della Sovrintendenza capitolina. "Bisogna evitare gli spostamenti inutili - ha spiegato Profeta - e cioé, per essere chiari, se dovete comprare un paio di scarpe, andateci mercoledì".

NEVE AL BRENNERO, AUTO BLOCCATE IN AUSTRIA CHIUSO IL PASSO DEL ROMBO BOLZANO - Brusco abbassamento delle temperature in Alto Adige dove è caduta la prima neve al passo del Brennero. Una nevicata è in corso dalla mattinata tra Vipiteno ed il valico, interessando anche l'autostrada A22. Sul versante austriaco dell'arteria vi sono seri problemi alla circolazione con numerose auto rimaste bloccate sulle carreggiate. Il valico del Rombo è stato chiuso al traffico. I passi Stelvio, Giovo e Pennes sono percorribili soltanto con l'attrezzatura invernale.

VENEZIA; PRIMA ACQUA ALTA AUTUNNO, 105 CENTIMETRI - Venezia ha vissuto stamane la prima acqua alta dell'autunno, con una punta di marea che raggiunto il metro e 5 centimetri sopra il medio mare, alle 11.35. Si tratta di una marea sostenuta classificata come 'codice giallo', primo livello della scala di allarme, che ha allagato non più dell'8-9% del suolo cittadino. Disagi tutto sommato limitati, quindi, per veneziani e turisti; sotto la misura di 110 centimetri non è prevista nemmeno la posa delle passerelle per consentire il passaggio nei punti più bassi. Il centro maree del Comune aveva aggiornato precedentemente la stima iniziale di 110 cm, emettendo un bollettino che parlava appunto di acqua alta fino ad un massimo di 105.

ALLAGAMENTI NEL SALERNITANO,NOTTE LAVORO PER VV.FF - Sull'intero territorio della provincia di Salerno notte di intenso lavoro per i vigili del fuoco a causa delle cattive condizioni atmosferiche. Una sessantina gli interventi posti in essere dai caschi rossi chiamati in causa soprattutto per allagamenti di garage e di scantinati. Le situazioni più gravi si sono registrate nei comuni di Capaccio, Agropoli e Sapri. Nello specifico a Capaccio si sono verificati allagamenti nei garage di alcuni condomini dove le auto sono rimaste sommerse dall'acqua che in alcuni casi ha raggiunto anche i due metri di altezza. Situazione critica anche a Sapri. A seguito delle abbondanti precipitazioni piovose, i vigili del fuoco hanno dovuto, tra gli altri, effettuare un non facile intervento in un'abitazione completamente allagata oltre che verifiche in alcuni opifici.
Fonte: Ansa

Alluvione Genova, funzionario Comune ai domiciliari

Pm, carte comune sono state 'taroccate'

"Non posso pensare che ci sia qualcuno che abbia manipolato dati, ne morirei": così Marta Vincenzi, sindaco di Genova durante l'alluvione del 4 Novembre 2011, ha commentato a Telenord quanto emerso nell'inchiesta della Procura secondo cui alcuni carte del Comune sarebbero state 'taroccate' da dirigenti comunali. "Non ho mai avuto la sensazione che qualche funzionario possa aver manomesso orari - ha detto l'ex sindaco -. La sola idea che qualcuno potesse avere in mano elementi tali da poter migliorare l'intervento e non abbia agito e lo abbia nascosto e manipolato è talmente enorme che mi dà una sensazione drammatica. Spero che tutti questi passaggi possano essere accuratamente indagati. Il mio auspicio è che i dirigenti del Comune possano dimostrare di essere stati in assoluta buona fede. Sarebbe impensabile altrimenti".

La squadra di polizia giudiziaria della Procura di Genova ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari a carico di Sandro Gambelli, dirigente del settore di Protezione Civile e pubblica incolumità del Comune di Genova. Nell'ambito dell'inchiesta sull'alluvione del 2011 risultano indagati anche un manager del Comune di Genova, Pierpaolo Cha e il direttore generale dell'area sicurezza e progetti speciali del Comune di Genova Gianfranco Del Ponte. Tutti sono indagati a vario titolo per reati di falso in concorso e calunnia in merito alla ricostruzione temporale dell'alluvione del 2011. Secondo gli investigatori, quella ricostruzione non corrisponderebbe al vero: avrebbero falsificato l'orario di emissione di alcuni comunicati.

PM, CARTE COMUNE SONO STATE 'TAROCCATE' - Una parte delle carte relative all'esondazione del rio Fereggiano nel novembre del 2011 "sono state taroccate". Ne sono convinti gli inquirenti che hanno indagato tre dirigenti comunali della protezione civile di Genova per falso aggravato e calunnia in concorso. Secondo quanto appurato dalla polizia della squadra di pg, i tre avrebbero falsificato il rapporto di un volontario sullo stato di guardia del rio esondato. Fu l'esondazione del Fereggiano a causare a Genova sei morti. Secondo le carte riportate dai tre nella relazione finale sull'alluvione, il volontario avrebbe affermato che il rio Fereggiano era sotto i livelli di guardia. Ma le indagini avrebbero invece portato gli inquirenti ad accertare che il volontario in questione non si trovava all'ora indicata sul rio, e che non avrebbe mai riferito quei dati. Dunque "il documento prodotto non è veritiero", e questo avrebbe portato gli inquirenti a contestare ai tre il reato di falso e calunnia in concorso aggravata. Il sindaco di Genova, Marco Doria, in una conferenza stampa ha detto: "Non so quali errori siano stati fatti, ma siamo assolutamente disponibili a collaborare con la magistratura e attendiamo di sapere meglio quanto è accaduto". "Nello stesso tempo - ha tenuto a precisare il sindaco - non vorrei che si facesse pensare ai cittadini che, trovati in questa vicenda eventuali colpevoli, si risolve il problema dell'alluvione 2011. Non ci deve essere questa illusione: la tragedia che è avvenuta è stata provocata da una serie complessa di eventi".

VINCENZI,SE DATI MANIPOLATI MORIREI - "Non posso pensare che ci sia qualcuno che abbia manipolato dati, ne morirei": così Marta Vincenzi, sindaco di Genova durante l'alluvione del 4 Novembre 2011, ha commentato a Telenord quanto emerso nell'inchiesta della Procura secondo cui alcuni carte del Comune sarebbero state 'taroccate' da dirigenti comunali. "Non ho mai avuto la sensazione che qualche funzionario possa aver manomesso orari - ha detto l'ex sindaco -. La sola idea che qualcuno potesse avere in mano elementi tali da poter migliorare l'intervento e non abbia agito e lo abbia nascosto e manipolato è talmente enorme che mi dà una sensazione drammatica. Spero che tutti questi passaggi possano essere accuratamente indagati. Il mio auspicio è che i dirigenti del Comune possano dimostrare di essere stati in assoluta buona fede. Sarebbe impensabile altrimenti".
Fonte: Ansa

sabato 13 ottobre 2012

Maltempo, la Protezione civile avverte: "eventi estremi"

Gabrielli individua aree di rischio sui bacini fluviali (Tevere e Aniene) con rischio di smottamenti e raccomanda: "Niente panico, ma entriamo nell'ordine di idee che questi fenomeni sono sempre più frequenti"

 ROMA - "Una perturbazione importante" che potrà portare ad "eventi estremi, soprattutto nelle zone centrali tirreniche", con "un picco previsto a partire da mezzogiorno di lunedì". Lo ha detto il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, facendo il punto sull'ondata di maltempo che colpirà l'Italia nei prossimi giorni. La perturbazione "vedrà il Paese interessato a partire dalla mezzanotte di domenica al nord. Poi si sposterà nelle zone centrali tirreniche".

IL METEO
L'ondata di maltempo porterà "una concentrazione di cumulate localizzate in tempi ristretti" e a "precipitazioni su vaste aree", ha aggiunto Gabrielli precisando che gli episodi potranno "avere effetti sui bacini primari, come quelli del Tevere e dell'Aniene", e dare luogo a "smottamenti dovuti anche alla fragilità del suolo conseguente agli incendi della scorsa estate". Il capo della Protezione civile ha comunque sottolineato che, pur essendo "una quadro non rassicurante", non bisogna "entrare nel panico ma nell'ordine di idee che questi fenomeni sono sempre più frequenti".
13.10.2012 da "Repubblica.it"






Le previsioni a lungo termine di Sanò e de "ilMeteo.it"

fonte: Ansa.it
L’Autunno fa sul serio. Una prima perturbazione sta colpendo l’Italia soprattutto centro-meridionale e anche la Sicilia, mentre al nord ci sono molte nuvole e le piogge continueranno debolmente fino a sera specie sull’Emilia Romagna. Dopo qualche ora di pausa stanotte, Sabato pomeriggio ci sarà una ripresa del maltempo un po’ ovunque, con spiragli di sole solo sul Piemonte, in Versilia e sulla Sardegna. Il clima è ancora mite, poiché in questa fase prevalgono le correnti sciroccali umide, ma tiepide. Domenica è attesa una breve tregua, sebbene molte nubi copriranno ancora i cieli di quasi tutte le regioni, ritrovando delle piogge sia al nord, sia soprattutto tra Lazio e Campania.

Ma Antonio Sanò, direttore del portale web www.ilmeteo.it avverte che a partire da Domenica notte e da LUNEDI 15 ci sarà un severo guasto del tempo operato dal Ciclone “Cleopatra” in formazione sul Mediterraneo occidentale scatenato dai contrasti tra l’aria più fresca artica che scende da nord con l’aria più calda e umida in risalita dell’entroterra marocchino e tunisino prima verso le Baleari e la Sardegna e poi direttamente verso l’Italia. Un maltempo autunnale della durata di almeno 48 ore che vedrà fortemente colpite prima la Liguria, il Piemonte, la Lombardia, poi soprattutto il Lazio, Roma, la Campania , il Friuli-VG e infine la Sicilia e il resto del sud. Una pausa è attesa da GIOVEDI prossimo, ma nuove piogge sono n agguato da venerdì 19 e nel successivo Weekend.

VENERDI 12: Intensa perturbazione atlantica con maltempo al centro tutto e sulla Campania e Sicilia, anche con temporali, piogge sul Emilia Romagna e deboli sul resto del nord specie nel pomeriggio, rovesci residui sul nord Sardegna, ma migliora, temporali al mattino sulla Sicilia, piogge in arrivo sulla Puglia, peggiora dalla Campania verso la Calabria.

SABATO 13: Passata la prima perturbazione di una serie, ma il tempo rimane nuvoloso e molto instabile con ancora piogge sul nordest e resto del nord nel pomeriggio, e al centrosud con maltempo su basso Lazio, Campania, Calabria Tirrenica, Cosentino e tutta la Sicilia.

DOMENICA 14: Temporanea pausa del maltempo, piogge dapprima su basso Lazio-Campania, cosentino e ancora al nord su Alpi, Prealpi, Lombardia - Piemonte, sul FriuliVG, pioviggini e foschie e nebbie su Valpadana, pioviggini su Liguria e alta Toscana e Umbria, più sole e mite altrove. Poi attenzione: peggiora sulle Alpi, Piemonte, Lombardia, con maltempo la sera sul nordovest con forti piogge nella notte sulla Liguria, alto Piemonte e alta Lombardia per l'arrivo della parte più avanzata del ciclone CLEOPATRA. Venti di scirocco sui mari occidentali. Nella notte allerta maltempo su Liguria, alto Piemonte, alta Lombardia

LUNEDI' 15: ATTENZIONE: in arrivo al centronord e Sardegna un'intensa perturbazione collegata al vortice CLEOPATRA in formazione sul mediterraneo occidentale, preceduta, alimentata e infine sospinta da interne correnti sciroccali, come risposta ad una discesa di aria fredda da latitudini artiche veloci verso l'entroterra marocchino. E' l'Autunno. Guasto importante del tempo con maltempo prima al nordovest, regioni tirreniche, Sardegna, poi dalla sera sulla Campania e ovest Sicilia, verso tutte le regioni nella notte successiva, ma forte maltempo in arrivo sul Lazio e poi Campania, Liguria, Versilia, Prealpi tutte, Prealpi Venete e FriuliVG. Neve a 1700m sulle Alpi, più su sulle Prealpi.

MARTEDI' 16: Il vortice ciclonico mediterraneo CLEOPATRA apporta condizioni di maltempo generale, nessuna regione esclusa, forti piogge sul Lazio e Roma, poi Campania e Napoli, sulla Sicilia verso il resto del sud, mentre continuano le piogge altrove, con tendenza a miglioramento sulle Alpi e Prealpi centro-occidentali, Piemonte, Liguria, migliora sulla Sardegna orientale. Neve a 1700m sulle Alpi.