Genova - C’è l’incrocio dei documenti, delle mail, l’esito degli accertamenti sui computer e gli hard-disk sequestrati nelle ultime settimane. Sono file importanti, che focalizzano le comunicazioni quasi in tempo reale al Gabinetto del sindaco. E però, si scopre adesso, c’è anche una testimonianza, raccolta in gran segreto dagli inquirenti, che fa vacillare la posizione di Marta Vincenzi nell’inchiesta sui falsi partoriti dal Comune di Genova per coprire le responsabilità nella strage del 4 novembre 2011 (sei vittime dopo l’esondazione del Fereggiano, due delle quali bambine).
Il superteste è Andrea Rimassa, funzionario di Palazzo Tursi fino a oggi mai iscritto sul registro degli indagati, e per questo rimasto in servizio nella divisione “Città sicura” di cui facevano parte i manager pubblici finiti ai domiciliari. Rimassa fu convocato dalla polizia e ascoltato la prima volta nella scorsa primavera: dopo essersi scusato per non aver parlato in precedenza, temendo evidentemente che la sua “dimenticanza” potesse costargli un avviso di garanzia, ammise un bel po’ di cose. O meglio: confermò che il verbale di ricostruzione degli eventi in via Fereggiano era stato taroccato, per far risultare che un volontario ne aveva monitorato il livello a mezzogiorno rassicurando tutti (falso); e che la piena si era verificata alle 12,15 (falso), cosicché agli occhi della magistratura risultasse «imprevedibile». Allontanando così dai coordinatori della Protezione civile - politici e tecnici - l’ipotesi di omicidio e disastro colposo.
È ormai sera quando un investigatore ammette senza fronzoli: «Le posizioni dei vari protagonisti (ricordiamo: oltre a Gambelli, Delponte e Cha sono indagati per falso l’ex assessore alla Protezione civile Francesco Scidone e l’ex coordinatore dei volontari Roberto Gabutti, ndr), dopo le ultime audizioni (Rimassa in primis) sono cristallizzate. Compresa quella del sindaco». Devono decidere se convocarla come teste o indagata. Ma con le dichiarazioni del funzionario, nelle mani degli inquirenti, ci sono più dati da “contestare”.
(fonte: "Il Secolo XIX - web" del 17-11-2012)
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