sabato 24 dicembre 2011

Alluvione, il conto danni è di 96 milioni

Genova - La fotografia è impietosa: sono 1.287 le imprese genovesi che hanno dichiarato alla Camera di Commercio di aver subito danni a causa dell’alluvione, per un importo totale di 96.041.073 euro. La media dei danni denunciati è di 74.624 euro.
Le imprese che hanno subito danni inferiori a 30.000 euro (790, per un danno complessivo di 9.087.331 euro) possono già presentare alla Camera di Commercio entro il 31 gennaio la domanda di contributo a fondo perduto che consente di accedere al primo stanziamento di 5 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Liguria. Il contributo regionale potrà coprire fino al 40% delle spese già sostenute o da sostenere per far ripartire l’attività.
Per le altre 497 imprese alluvionate, la Regione ha previsto l’attivazione di nuove risorse attraverso fondi europei che si renderanno disponibili all’inizio del 2012. «Poter dare ossigeno alle imprese a un mese dall’alluvione, mettendo a disposizione i primi 5 milioni di euro, è stato un risultato importantissimo commenta il presidente della Camera Paolo Odone - in un momento in cui molte imprese rischiavano di non riaprire. Il quadro dei costi di questa alluvione per l’economia genovese è impressionante: 34 milioni e mezzo di danni agli immobili, quasi 29 milioni di danni ai macchinari, 31 milioni e mezzo di merce buttata, perizie per un milione di euro. Se poi pensiamo al danno indiretto, soprattutto a carico del turismo, subito da Genova e dalla Liguria diventa addirittura incalcolabile. Le immagini che sono circolate sul web e sulle televisioni nei giorni tragici dell’alluvione hanno causato una pioggia di disdette negli alberghi, sia a Genova che nel Tigullio, dove ha pesato anche l’alluvione delle Cinque Terre, che non si è ancora fermata».
La fotografia delle diverse tipologie di danni mostra che la perdita maggiore subita dal commercio riguarda la merce, mentre il settore dei servizi e del turismo sono i più colpiti per quanto riguarda gli immobili. L’artigianato e l’industria lamentano le perdite maggiori ai macchinari.
Per avere un termine di paragone: per l’alluvione del 4 ottobre dello scorso anno che ha sconvolto Sestri, sono state 780 le domande di rimborso inoltrate. Con un importo totale però che non si discostava poi molto da quello di questa sciagura. Con danni prevalenti a macchinari e scorte rispetto al mobilio. Per l’alluvione della Valbisagno, ed è anche facilmente intuibile, la perdita maggiore subita dal commercio riguarda la merce, mentre il settore dei servizi e del turismo sono i più colpiti per quanto riguarda gli immobili. L’artigianato e l’industria invece lamentano le perdite maggiori ai macchinari.
C’è un aspetto ulteriore di preoccupazione, che vale anche in proiezione futura: «Il calo nel turismo, che era invece trainante soprattutto a Genova e alle Cinque Terre», nota Odone. E la flessione in questo settore - ovvio - non colpisce solo alberghi e ristoranti (i primi a soffrirne). Ma tutto il tessuto commerciale ed economico. Perché i turisti hanno anche il pregio di spendere denaro, che resta in città. Più soldi circolano, più è facile che l’economia della città - anche quella non direttamente legata al turismo - possa rialzarsi. Quanto agli aiuti, per ora da Roma sono arrivate soltanto vaghe promesse.
(da Il Secolo XIX web)

Nessun commento:

Posta un commento