sabato 31 dicembre 2011
venerdì 30 dicembre 2011
Clima, Durban approva accordo per trattato globale dal 2020
Dalla Conferenza sul clima ok anche a Kyoto2
Via libera alla tabella di marcia che porterà all'adozione di un accordo globale salva-clima entro il 2015 per entrare in vigore dal 2020. Lo ha deciso la 17/a Conferenza mondiale sul clima a Durban, in Sudafrica, che ha trovato anche un accordo per il Kyoto2 dopo il 2012. Per l'accordo globale si inizierà a lavorare già a partire dal prossimo anno. Per questo è stato incaricato un gruppo di lavoro ad hoc in base alla "piattaforma di Durban".
Il documento, che dà mandato al gruppo di lavoro di definire l'accordo globale entro il 2015, sottolinea l'urgenza di accelerare i tempi e di alzare il livello di riduzione. La forma giuridica dell'accordo sarà oggetto di ulteriori discussioni. Per quanto riguarda il Kyoto2 dopo il 2012, riguarderà sostanzialmente l'Europa e pochi altri paesi industrializzati, visto che Giappone, Russia e Canada da tempo hanno annunciato il loro no al secondo periodo del Protocollo. Il Kyoto2 ha la funzione di fare da ponte verso l'accordo globale. "Siamo usciti dal 'cono d'ombrà di Copenaghen.
L'accordo - ha commentato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che nei giorni scorsi ha partecipato personalmente alla trattativa - supera i limiti del Protocollo di Kyoto e ha una dimensione globale" offrendo all'Europa, e soprattutto all'Italia, la possibilità di costituire la 'piattaforma' per lo sviluppo con le grandi economie emergenti, Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica". Nel "pacchetto Durban" approvato dalla Conferenza, anche il via libera all'operatività del Fondo Verde per aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere le azioni contro il riscaldamento globale. Si tratta di 100 miliardi di dollari al 2020. La tabella di marcia con l'accordo mondiale e il 'ponte' di Kyoto2 ha come principale obiettivo quello di portare dentro la lotta comune ai cambiamenti climatici le nuove economie come Cina, Brasile e India. La partita è importante anche nei confronti degli Stati Uniti che non hanno mai ratificato il primo periodo di Kyoto.
L'approvazione dei testi è avvenuta intorno alle cinque del mattino ora locale (le 4.00 in Italia) dopo una tempistica che ha sforato di oltre un giorno la normale durata del summit, iniziato il 28 novembre scorso e che sarebbe dovuto terminare, secondo i piani, venerdì. Nelle ultime ore era emersa la volontà, dichiarata dalla presidenza sudafricana della Conferenza Onu, di procedere a oltranza per uscire da Durban con l'approvazione dei documenti. Battendo il martelletto, come da pratica ufficiale, alla Plenaria, il presidente della Conferenza, Maite Nkoana-Mashabane, ha detto: "Abbiamo fatto la storia". Soddisfatto si è detto il Brasile. Per ambientalisti e piccole isole, invece, il testo non è abbastanza forte: difficile mantenere sotto i due gradi l'aumento della temperatura globale come indicato dagli scienziati, come termine per non arrivare a effetti catastrofici di non ritorno.
articolo ANSA
Via libera alla tabella di marcia che porterà all'adozione di un accordo globale salva-clima entro il 2015 per entrare in vigore dal 2020. Lo ha deciso la 17/a Conferenza mondiale sul clima a Durban, in Sudafrica, che ha trovato anche un accordo per il Kyoto2 dopo il 2012. Per l'accordo globale si inizierà a lavorare già a partire dal prossimo anno. Per questo è stato incaricato un gruppo di lavoro ad hoc in base alla "piattaforma di Durban".
Il documento, che dà mandato al gruppo di lavoro di definire l'accordo globale entro il 2015, sottolinea l'urgenza di accelerare i tempi e di alzare il livello di riduzione. La forma giuridica dell'accordo sarà oggetto di ulteriori discussioni. Per quanto riguarda il Kyoto2 dopo il 2012, riguarderà sostanzialmente l'Europa e pochi altri paesi industrializzati, visto che Giappone, Russia e Canada da tempo hanno annunciato il loro no al secondo periodo del Protocollo. Il Kyoto2 ha la funzione di fare da ponte verso l'accordo globale. "Siamo usciti dal 'cono d'ombrà di Copenaghen.
L'accordo - ha commentato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che nei giorni scorsi ha partecipato personalmente alla trattativa - supera i limiti del Protocollo di Kyoto e ha una dimensione globale" offrendo all'Europa, e soprattutto all'Italia, la possibilità di costituire la 'piattaforma' per lo sviluppo con le grandi economie emergenti, Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica". Nel "pacchetto Durban" approvato dalla Conferenza, anche il via libera all'operatività del Fondo Verde per aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere le azioni contro il riscaldamento globale. Si tratta di 100 miliardi di dollari al 2020. La tabella di marcia con l'accordo mondiale e il 'ponte' di Kyoto2 ha come principale obiettivo quello di portare dentro la lotta comune ai cambiamenti climatici le nuove economie come Cina, Brasile e India. La partita è importante anche nei confronti degli Stati Uniti che non hanno mai ratificato il primo periodo di Kyoto.
L'approvazione dei testi è avvenuta intorno alle cinque del mattino ora locale (le 4.00 in Italia) dopo una tempistica che ha sforato di oltre un giorno la normale durata del summit, iniziato il 28 novembre scorso e che sarebbe dovuto terminare, secondo i piani, venerdì. Nelle ultime ore era emersa la volontà, dichiarata dalla presidenza sudafricana della Conferenza Onu, di procedere a oltranza per uscire da Durban con l'approvazione dei documenti. Battendo il martelletto, come da pratica ufficiale, alla Plenaria, il presidente della Conferenza, Maite Nkoana-Mashabane, ha detto: "Abbiamo fatto la storia". Soddisfatto si è detto il Brasile. Per ambientalisti e piccole isole, invece, il testo non è abbastanza forte: difficile mantenere sotto i due gradi l'aumento della temperatura globale come indicato dagli scienziati, come termine per non arrivare a effetti catastrofici di non ritorno.
articolo ANSA
sabato 24 dicembre 2011
Alluvione, il conto danni è di 96 milioni
Genova - La fotografia è impietosa: sono 1.287 le imprese genovesi che hanno dichiarato alla Camera di Commercio di aver subito danni a causa dell’alluvione, per un importo totale di 96.041.073 euro. La media dei danni denunciati è di 74.624 euro.
Le imprese che hanno subito danni inferiori a 30.000 euro (790, per un danno complessivo di 9.087.331 euro) possono già presentare alla Camera di Commercio entro il 31 gennaio la domanda di contributo a fondo perduto che consente di accedere al primo stanziamento di 5 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Liguria. Il contributo regionale potrà coprire fino al 40% delle spese già sostenute o da sostenere per far ripartire l’attività.
Per le altre 497 imprese alluvionate, la Regione ha previsto l’attivazione di nuove risorse attraverso fondi europei che si renderanno disponibili all’inizio del 2012. «Poter dare ossigeno alle imprese a un mese dall’alluvione, mettendo a disposizione i primi 5 milioni di euro, è stato un risultato importantissimo commenta il presidente della Camera Paolo Odone - in un momento in cui molte imprese rischiavano di non riaprire. Il quadro dei costi di questa alluvione per l’economia genovese è impressionante: 34 milioni e mezzo di danni agli immobili, quasi 29 milioni di danni ai macchinari, 31 milioni e mezzo di merce buttata, perizie per un milione di euro. Se poi pensiamo al danno indiretto, soprattutto a carico del turismo, subito da Genova e dalla Liguria diventa addirittura incalcolabile. Le immagini che sono circolate sul web e sulle televisioni nei giorni tragici dell’alluvione hanno causato una pioggia di disdette negli alberghi, sia a Genova che nel Tigullio, dove ha pesato anche l’alluvione delle Cinque Terre, che non si è ancora fermata».
La fotografia delle diverse tipologie di danni mostra che la perdita maggiore subita dal commercio riguarda la merce, mentre il settore dei servizi e del turismo sono i più colpiti per quanto riguarda gli immobili. L’artigianato e l’industria lamentano le perdite maggiori ai macchinari.
Per avere un termine di paragone: per l’alluvione del 4 ottobre dello scorso anno che ha sconvolto Sestri, sono state 780 le domande di rimborso inoltrate. Con un importo totale però che non si discostava poi molto da quello di questa sciagura. Con danni prevalenti a macchinari e scorte rispetto al mobilio. Per l’alluvione della Valbisagno, ed è anche facilmente intuibile, la perdita maggiore subita dal commercio riguarda la merce, mentre il settore dei servizi e del turismo sono i più colpiti per quanto riguarda gli immobili. L’artigianato e l’industria invece lamentano le perdite maggiori ai macchinari.
C’è un aspetto ulteriore di preoccupazione, che vale anche in proiezione futura: «Il calo nel turismo, che era invece trainante soprattutto a Genova e alle Cinque Terre», nota Odone. E la flessione in questo settore - ovvio - non colpisce solo alberghi e ristoranti (i primi a soffrirne). Ma tutto il tessuto commerciale ed economico. Perché i turisti hanno anche il pregio di spendere denaro, che resta in città. Più soldi circolano, più è facile che l’economia della città - anche quella non direttamente legata al turismo - possa rialzarsi. Quanto agli aiuti, per ora da Roma sono arrivate soltanto vaghe promesse.
(da Il Secolo XIX web)
Le imprese che hanno subito danni inferiori a 30.000 euro (790, per un danno complessivo di 9.087.331 euro) possono già presentare alla Camera di Commercio entro il 31 gennaio la domanda di contributo a fondo perduto che consente di accedere al primo stanziamento di 5 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Liguria. Il contributo regionale potrà coprire fino al 40% delle spese già sostenute o da sostenere per far ripartire l’attività.
Per le altre 497 imprese alluvionate, la Regione ha previsto l’attivazione di nuove risorse attraverso fondi europei che si renderanno disponibili all’inizio del 2012. «Poter dare ossigeno alle imprese a un mese dall’alluvione, mettendo a disposizione i primi 5 milioni di euro, è stato un risultato importantissimo commenta il presidente della Camera Paolo Odone - in un momento in cui molte imprese rischiavano di non riaprire. Il quadro dei costi di questa alluvione per l’economia genovese è impressionante: 34 milioni e mezzo di danni agli immobili, quasi 29 milioni di danni ai macchinari, 31 milioni e mezzo di merce buttata, perizie per un milione di euro. Se poi pensiamo al danno indiretto, soprattutto a carico del turismo, subito da Genova e dalla Liguria diventa addirittura incalcolabile. Le immagini che sono circolate sul web e sulle televisioni nei giorni tragici dell’alluvione hanno causato una pioggia di disdette negli alberghi, sia a Genova che nel Tigullio, dove ha pesato anche l’alluvione delle Cinque Terre, che non si è ancora fermata».
La fotografia delle diverse tipologie di danni mostra che la perdita maggiore subita dal commercio riguarda la merce, mentre il settore dei servizi e del turismo sono i più colpiti per quanto riguarda gli immobili. L’artigianato e l’industria lamentano le perdite maggiori ai macchinari.
Per avere un termine di paragone: per l’alluvione del 4 ottobre dello scorso anno che ha sconvolto Sestri, sono state 780 le domande di rimborso inoltrate. Con un importo totale però che non si discostava poi molto da quello di questa sciagura. Con danni prevalenti a macchinari e scorte rispetto al mobilio. Per l’alluvione della Valbisagno, ed è anche facilmente intuibile, la perdita maggiore subita dal commercio riguarda la merce, mentre il settore dei servizi e del turismo sono i più colpiti per quanto riguarda gli immobili. L’artigianato e l’industria invece lamentano le perdite maggiori ai macchinari.
C’è un aspetto ulteriore di preoccupazione, che vale anche in proiezione futura: «Il calo nel turismo, che era invece trainante soprattutto a Genova e alle Cinque Terre», nota Odone. E la flessione in questo settore - ovvio - non colpisce solo alberghi e ristoranti (i primi a soffrirne). Ma tutto il tessuto commerciale ed economico. Perché i turisti hanno anche il pregio di spendere denaro, che resta in città. Più soldi circolano, più è facile che l’economia della città - anche quella non direttamente legata al turismo - possa rialzarsi. Quanto agli aiuti, per ora da Roma sono arrivate soltanto vaghe promesse.
(da Il Secolo XIX web)
Italia meteorologica divisa in due
Dal punto di vista meteorologico, l'Italia si presenta divisa in due a Natale, con - secondo le previsioni del meteorologo Antonio Sanò fornite dal sito iLMETEO.it - sole e gelo al Nord, piogge e neve a quota 500 metri al Sud, Sicilia, e aree adriatiche. La notte della vigilia di Natale sarà sotto il maltempo su tutto il centro e Campania e neve a 500 metri. Mentre il 26, a Santo Stefano, sono attese gelate al Centro Nord, e le ultime piogge a Sud. Il quadro è invece più è roseo per Capodanno: buono, niente neve, nebbie in Valpadana, sole sui monti, piogge solo in Sicilia.
Queste le previsioni in dettaglio:
- SABATO 24: Neve sui confini alpini, nebbie su Valpadana, subito piogge su Liguria Centro-Est e alta Toscana per rinforzo dei venti da ovest che preannunciando un rapido peggioramento. Piogge verso Emilia Romagna e locali su Sardegna. Perturbazione veloce su Emilia Romagna e centrali, locali piogge anche su Veneto e FriuliVG, neve fino a 500/600 metri al Centro, dirette verso la Campania e infine il Sud. A seguire maltempo la sera su tutto il centro e Campania, forte maltempo su Marche, Abruzzo ancora piogge su Romagna, neve a 500m sulle Adriatiche, 6/700m sul Lazio con forte peggioramento e temporali dal Lazio verso Campania, Foggiano, Lucania, nord Sicilia e tutto il sud entro la notte e neve a quote via via più basse. E maltempo nella notte su adriatiche, al sud, e Sicilia, tanta neve a 500m su Marche, Abruzzo-Molise, Appennini.
- DOMENICA 25 S.NATALE : La perturbazione si porta veloce verso sud, venti da nordest, gelate al nord e Umbria-Toscana, piogge e neve a 500m su ascolano, Abruzzo, Molise, rovesci, piogge, temporali e nevicate a 500-600m su Puglia, Irpinia, Lucania e Campania; maltempo e temporali con neve a 600-700 metri su Calabria e Sicilia, più forti su crotonese e su nord Sicilia.
- LUNEDI' 26: Venti freddi da Nord Est, gelo al Centro-Nord, piogge sulla Calabria e Sicilia specie messinese, Nord Sicilia, est Sicilia, neve a 600, fiocchi a 500 metri tra Abruzzo e Molise. Più sole altrove. Possibile peggioramento entro sera dall'Istria e Slovenia verso il Nord-Est e Marche con neve a bassa quota.
Queste le previsioni in dettaglio:
- SABATO 24: Neve sui confini alpini, nebbie su Valpadana, subito piogge su Liguria Centro-Est e alta Toscana per rinforzo dei venti da ovest che preannunciando un rapido peggioramento. Piogge verso Emilia Romagna e locali su Sardegna. Perturbazione veloce su Emilia Romagna e centrali, locali piogge anche su Veneto e FriuliVG, neve fino a 500/600 metri al Centro, dirette verso la Campania e infine il Sud. A seguire maltempo la sera su tutto il centro e Campania, forte maltempo su Marche, Abruzzo ancora piogge su Romagna, neve a 500m sulle Adriatiche, 6/700m sul Lazio con forte peggioramento e temporali dal Lazio verso Campania, Foggiano, Lucania, nord Sicilia e tutto il sud entro la notte e neve a quote via via più basse. E maltempo nella notte su adriatiche, al sud, e Sicilia, tanta neve a 500m su Marche, Abruzzo-Molise, Appennini.
- DOMENICA 25 S.NATALE : La perturbazione si porta veloce verso sud, venti da nordest, gelate al nord e Umbria-Toscana, piogge e neve a 500m su ascolano, Abruzzo, Molise, rovesci, piogge, temporali e nevicate a 500-600m su Puglia, Irpinia, Lucania e Campania; maltempo e temporali con neve a 600-700 metri su Calabria e Sicilia, più forti su crotonese e su nord Sicilia.
- LUNEDI' 26: Venti freddi da Nord Est, gelo al Centro-Nord, piogge sulla Calabria e Sicilia specie messinese, Nord Sicilia, est Sicilia, neve a 600, fiocchi a 500 metri tra Abruzzo e Molise. Più sole altrove. Possibile peggioramento entro sera dall'Istria e Slovenia verso il Nord-Est e Marche con neve a bassa quota.
venerdì 23 dicembre 2011
Filippine: quasi 1000 vittime; Washi si sta abbattendo a sud dell'arcipelago
MANILA - E' salito a quasi 1000 il numero dei morti per il tifone Washi che ha colpito le Filippine, causando inondazioni e smottamenti nei villaggi costieri nel sud del Paese. Lo ha reso noto l'Organizzazione nazionale per la prevenzione delle catastrofi precisando che i morti accertati sono 957 mentre 49 sono i dispersi. Oggi il presidente Benigno Aquino visiterà le due città più colpite dal tifone: Cagayan de Oro e Iligan. Le autorità cittadine stanno cercando di prevenire epidemie e hanno scavato fosse comuni per seppellire i cadaveri ormai in decomposizione.
Il presidente filippino Benigno Aquino ha proclamato lo stato di calamità nazionale nelle province colpite dal passaggio del tifone Washi, che nella notte tra venerdì e sabato ha spazzato la costa settentrionale dell'isola di Mindanao, lasciando decine di migliaia di persone senzatetto.
Aquino ha visitato questa mattina la città di Cagayan de Oro, insieme a Iligan quella che ha subito più danni dal passaggio della tempesta tropicale, che ha gonfiato improvvisamente i corsi d'acqua, causando smottamenti e portando alla formazione di fiumi di fango che hanno travolto strade e abitazioni in una zona raramente colpita da tali perturbazioni. L'agenzia nazionale per la gestione dei disastri naturali ha aggiornato il bilancio dei morti a 957, più altre 49 persone che risultano ancora disperse. Le persone coinvolte dal tifone sono in tutto 338 mila in 13 province; 43 mila sfollati sono tuttora ospitati in centri di emergenza per evacuati. Mentre montano le polemiche per il mancato preavviso da parte delle autorità, nelle città più severamente colpite oltre 20 mila soldati lavorano senza sosta per ripulire le strade e scavare fosse per i cadaveri. Con i centri di evacuazione e gli ospedali in difficoltà per l'enorme afflusso di persone, e molti corpi non ancora seppelliti, il timore è che si diffondano malattie tra la popolazione.
I cadaveri vengono sepolti in fosse comuni. Secondo l'Organizzazione nazionale per la prevenzione delle catastrofi, dalla sera di venerdi' scorso il tifone ha causato decine di migliaia di senzatetto e la morte di 927 persone. ''Abbiamo smesso di contare i dispersi'' ha dichiarato il responsabile dell'ente in un comunicato.Il precedente bilancio governativo parlava di 662 morti; quello della Croce Rossa era salito a 713. La maggior parte delle vittime abitava nell'isola di Mindanao, una delle regioni piu' povere delle Filippine, spesso teatro di ribellioni separatiste. E moltissimi stavano nelle bidonville situate sulla costa: sono stati sorpresi nel sonno da valanghe d'acqua e fango. Prima di essere sepolti nelle fosse comuni, ai corpi ai quali non e' stato finora possibile dare un nome sara' prelevato un campione di Dna in modo da permettere l'eventuale successiva identificazione.
L'Unicef si sta preparando a rispondere alle esigenze dei circa 43.000 bambini colpiti dalla tempesta tropicale Washi, che ha causato gravi inondazioni a Mindanao, nelle Filippine; 14.000 bambini sono stati già trasferiti nei centri di evacuazione. L'organizzazione delle Nazioni Unite, in collaborazione con il Governo filippino e le altre agenzie umanitarie partner, effettuerà nei prossimi due giorni a Cagayan de Oro missioni di monitoraggio sulla situazione e sui bisogni delle persone colpite e degli sfollati. L'Unicef sta predisponendo aiuti - dalle città di Manila e Cotabato - da inviare nelle zone colpite, che comprendono: 388 kit idrici, 40.000 tavolette per potabilizzare l'acqua, 3.683 contenitori per l'acqua, 7.000 kit igienici, incerate e teloni per ripari temporanei, 31 scatoloni di alimenti terapeutici, vitamina A per mamme e neonati, 365 kit didattici e 76 kit ricreativi.
Il presidente filippino Benigno Aquino ha proclamato lo stato di calamità nazionale nelle province colpite dal passaggio del tifone Washi, che nella notte tra venerdì e sabato ha spazzato la costa settentrionale dell'isola di Mindanao, lasciando decine di migliaia di persone senzatetto.
Aquino ha visitato questa mattina la città di Cagayan de Oro, insieme a Iligan quella che ha subito più danni dal passaggio della tempesta tropicale, che ha gonfiato improvvisamente i corsi d'acqua, causando smottamenti e portando alla formazione di fiumi di fango che hanno travolto strade e abitazioni in una zona raramente colpita da tali perturbazioni. L'agenzia nazionale per la gestione dei disastri naturali ha aggiornato il bilancio dei morti a 957, più altre 49 persone che risultano ancora disperse. Le persone coinvolte dal tifone sono in tutto 338 mila in 13 province; 43 mila sfollati sono tuttora ospitati in centri di emergenza per evacuati. Mentre montano le polemiche per il mancato preavviso da parte delle autorità, nelle città più severamente colpite oltre 20 mila soldati lavorano senza sosta per ripulire le strade e scavare fosse per i cadaveri. Con i centri di evacuazione e gli ospedali in difficoltà per l'enorme afflusso di persone, e molti corpi non ancora seppelliti, il timore è che si diffondano malattie tra la popolazione.
I cadaveri vengono sepolti in fosse comuni. Secondo l'Organizzazione nazionale per la prevenzione delle catastrofi, dalla sera di venerdi' scorso il tifone ha causato decine di migliaia di senzatetto e la morte di 927 persone. ''Abbiamo smesso di contare i dispersi'' ha dichiarato il responsabile dell'ente in un comunicato.Il precedente bilancio governativo parlava di 662 morti; quello della Croce Rossa era salito a 713. La maggior parte delle vittime abitava nell'isola di Mindanao, una delle regioni piu' povere delle Filippine, spesso teatro di ribellioni separatiste. E moltissimi stavano nelle bidonville situate sulla costa: sono stati sorpresi nel sonno da valanghe d'acqua e fango. Prima di essere sepolti nelle fosse comuni, ai corpi ai quali non e' stato finora possibile dare un nome sara' prelevato un campione di Dna in modo da permettere l'eventuale successiva identificazione.
L'Unicef si sta preparando a rispondere alle esigenze dei circa 43.000 bambini colpiti dalla tempesta tropicale Washi, che ha causato gravi inondazioni a Mindanao, nelle Filippine; 14.000 bambini sono stati già trasferiti nei centri di evacuazione. L'organizzazione delle Nazioni Unite, in collaborazione con il Governo filippino e le altre agenzie umanitarie partner, effettuerà nei prossimi due giorni a Cagayan de Oro missioni di monitoraggio sulla situazione e sui bisogni delle persone colpite e degli sfollati. L'Unicef sta predisponendo aiuti - dalle città di Manila e Cotabato - da inviare nelle zone colpite, che comprendono: 388 kit idrici, 40.000 tavolette per potabilizzare l'acqua, 3.683 contenitori per l'acqua, 7.000 kit igienici, incerate e teloni per ripari temporanei, 31 scatoloni di alimenti terapeutici, vitamina A per mamme e neonati, 365 kit didattici e 76 kit ricreativi.
mercoledì 21 dicembre 2011
Gelo su tutta l'Italia neve anche al Sud
Notizia ANSA
Neve e freddo stanno colpendo tutta l'Italia e le nevicate sono arrivate anche al sud. Nevicate sono in corso sui tratti montani dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria tra gli svincoli di Lagonegro (Potenza) e Campotenese (Cosenza): lo ha comunicato l'Anas sottolineando che "già dalle prime ore di questa mattina è scattata l'allerta neve sull'intero tratto montano tra Calabria e Basilicata a causa del calo delle temperature e delle precipitazioni nevose che, secondo le previsioni, proseguiranno nelle prossime ore". L'Anas "secondo le procedure previste dal piano neve e come programmato con le Prefetture competenti, ha attivato tutte le misure preventive, in collaborazione con la Polizia stradale, predisponendo i percorsi alternativi per i mezzi pesanti, con uscita obbligatoria a Lagonegro nord in direzione sud e rientro in autostrada a Falerna percorrendo la statale 18. Per quelli, invece, diretti a nord uscite obbligatorie a Falerna e Sibari e rientro in autostrada a Lagonegro Nord oppure Atena Lucana percorrendo le statali 18 e 106". Nel comunicato è anche specificato che "per i veicoli leggeri permane l'obbligo di catene a bordo o pneumatici a norma per la marcia su neve o ghiaccio, in vigore fino 31 marzo, sul tratto montano dell'A3, compreso tra gli svincoli di Padula-Buonabitacolo e Frascineto/Castrovillari, tra i km 103,800 e 194,000, dove, su alcuni tratti sono presenti i cantieri inamovibili per i lavori di realizzazione della nuova autostrada. Si consigliano catene a bordo nel tratto cosentino e catanzarese tra Frascineto e Falerna".
Freddo, neve e ghiaccio sono stati all'origine ieri di due incidenti mortali con un totale di 4 morti, uno sulla strada statale Sassari-Olbia, l'altro nelle Marche. Un senzatetto di 38 anni e' morto assiderato a Varese. In Sardegna due giovani coniugi cinesi sono deceduti nello scontro fra un'autovettura ed un pesante camion sulla 597 nel comune di Ozieri. L'impatto e' stato causato da una lastra di ghiaccio sull'asfalto formatasi a causa del maltempo che ha colpito la Sardegna dall'altro ieri e che nel nuorese ha fatto registrare il record di -7 gradi. Nelle Marche due persone, un tunisino di 32 anni e un'italiana di 29, hanno perso la vita in un incidente stradale avvenuto stamani lungo la Sp132 nella piana di Talacchio di Colbordolo (Pesaro Urbino), causato dal ghiaccio sulla sede stradale.
Sempre nelle Marche, otto persone rimaste ferite in un altro incidente accaduto a causa del ghiaccio lungo la Sp3 all'altezza del Furlo (Pesaro Urbino): verso le 5 una bisarca carica di auto si è intraversata in mezzo alla carreggiata. Due furgoni sono andati a schiantarsi contro il mezzo pesante, mentre uno degli occupanti, che era sceso dall'abitacolo per segnalare l'incidente, a causa dell'oscurità non si è accorto di trovarsi sul ciglio di un viadotto alto 20 metri, ed è precipitato di sotto. L'uomo è ricoverato in ospedale in prognosi riservata.
Il senzatetto morto a Varese si chiamava Tomas Fioravanti; il suo corpo e' stato trovato in mattinata in una fabbrica abbandonata, dove spesso trovano rifugio persone senza fissa dimora. Accanto aveva un sacco a pelo con cui ha cercato di proteggersi. Il maltempo imperversa anche in altre regioni italiane. Dalla notte scorsa una nevicata sta interessando tutto il territorio valdostano. La perturbazione "é di lieve entità", con un apporto di neve fresca tra 10 e 20 centimetri, e dovrebbe proseguire fino a domani, quando sono attese le prime schiarite. Stamane vi sono stati problemi di viabilità al traforo del Monte Bianco e rallentamenti sulle statali 26 e 27 e sulle strade regionali che portano alle vallate laterali. Il pericolo valanghe resta 'marcato' - indice 3 su una scala di 5 punti - su tutto il territorio regionale.
Dal Corpo forestale dello Stato il pericolo valanghe viene giudicato marcato anche su gran parte del Piemonte, dove valanghe di superficie a debole coesione sono state segnalate soprattutto nel gruppo montuoso delle Alpi Cozie. Pericolo marcato nella zona nord occidentale del Trentino Alto Adige, dove i punti di maggior pericolo sono oltre i 2.000 metri di quota su tutti i pendii ripidi, mentre è moderato sul resto della regione. Il pericolo, informa ancora il Corpo Forestale, continua a essere moderato in Lombardia e in Veneto, dove la tendenza è stazionaria viste le deboli precipitazioni nevose. Considerate le caratteristiche del manto nevoso, il grado di pericolo è moderato anche sulle Alpi Giulie. E' debole, invece, nel resto delle aree montane della Penisola a tutte le quote e a tutte le esposizioni. In Toscana la circolazione dei treni e' stata rallentata stamani, lungo le linee del trasporto regionale Viareggio-Lucca-Firenze e Pisa-Lucca-Aulla, in gran parte a binario unico, a causa del ghiaccio che ha creato problemi alla manovra degli scambi.
Sono stati così cancellati, parzialmente o per l'intero percorso, 15 treni mentre altri 17 hanno registrato ritardi tra i 30 ed i 90 minuti. La Protezione civile ha emesso un avviso di avverse condizioni meteorologiche, valido dal pomeriggio di oggi, che prevede precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, sulla Sardegna, in successiva estensione sulla Sicilia e Calabria. Le precipitazioni saranno accompagnate da venti forti provenienti da nord-ovest, con possibili mareggiate lungo le coste esposte. Dalle prime ore di domani si prevedono nevicate, con quota neve minima 400 - 600 metri, da deboli a moderate sulla Campania e da moderate ad elevate su Calabria e Basilicata, che si estenderanno dal pomeriggio anche sulla Sicilia.
Neve e freddo stanno colpendo tutta l'Italia e le nevicate sono arrivate anche al sud. Nevicate sono in corso sui tratti montani dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria tra gli svincoli di Lagonegro (Potenza) e Campotenese (Cosenza): lo ha comunicato l'Anas sottolineando che "già dalle prime ore di questa mattina è scattata l'allerta neve sull'intero tratto montano tra Calabria e Basilicata a causa del calo delle temperature e delle precipitazioni nevose che, secondo le previsioni, proseguiranno nelle prossime ore". L'Anas "secondo le procedure previste dal piano neve e come programmato con le Prefetture competenti, ha attivato tutte le misure preventive, in collaborazione con la Polizia stradale, predisponendo i percorsi alternativi per i mezzi pesanti, con uscita obbligatoria a Lagonegro nord in direzione sud e rientro in autostrada a Falerna percorrendo la statale 18. Per quelli, invece, diretti a nord uscite obbligatorie a Falerna e Sibari e rientro in autostrada a Lagonegro Nord oppure Atena Lucana percorrendo le statali 18 e 106". Nel comunicato è anche specificato che "per i veicoli leggeri permane l'obbligo di catene a bordo o pneumatici a norma per la marcia su neve o ghiaccio, in vigore fino 31 marzo, sul tratto montano dell'A3, compreso tra gli svincoli di Padula-Buonabitacolo e Frascineto/Castrovillari, tra i km 103,800 e 194,000, dove, su alcuni tratti sono presenti i cantieri inamovibili per i lavori di realizzazione della nuova autostrada. Si consigliano catene a bordo nel tratto cosentino e catanzarese tra Frascineto e Falerna".
Freddo, neve e ghiaccio sono stati all'origine ieri di due incidenti mortali con un totale di 4 morti, uno sulla strada statale Sassari-Olbia, l'altro nelle Marche. Un senzatetto di 38 anni e' morto assiderato a Varese. In Sardegna due giovani coniugi cinesi sono deceduti nello scontro fra un'autovettura ed un pesante camion sulla 597 nel comune di Ozieri. L'impatto e' stato causato da una lastra di ghiaccio sull'asfalto formatasi a causa del maltempo che ha colpito la Sardegna dall'altro ieri e che nel nuorese ha fatto registrare il record di -7 gradi. Nelle Marche due persone, un tunisino di 32 anni e un'italiana di 29, hanno perso la vita in un incidente stradale avvenuto stamani lungo la Sp132 nella piana di Talacchio di Colbordolo (Pesaro Urbino), causato dal ghiaccio sulla sede stradale.
Sempre nelle Marche, otto persone rimaste ferite in un altro incidente accaduto a causa del ghiaccio lungo la Sp3 all'altezza del Furlo (Pesaro Urbino): verso le 5 una bisarca carica di auto si è intraversata in mezzo alla carreggiata. Due furgoni sono andati a schiantarsi contro il mezzo pesante, mentre uno degli occupanti, che era sceso dall'abitacolo per segnalare l'incidente, a causa dell'oscurità non si è accorto di trovarsi sul ciglio di un viadotto alto 20 metri, ed è precipitato di sotto. L'uomo è ricoverato in ospedale in prognosi riservata.
Il senzatetto morto a Varese si chiamava Tomas Fioravanti; il suo corpo e' stato trovato in mattinata in una fabbrica abbandonata, dove spesso trovano rifugio persone senza fissa dimora. Accanto aveva un sacco a pelo con cui ha cercato di proteggersi. Il maltempo imperversa anche in altre regioni italiane. Dalla notte scorsa una nevicata sta interessando tutto il territorio valdostano. La perturbazione "é di lieve entità", con un apporto di neve fresca tra 10 e 20 centimetri, e dovrebbe proseguire fino a domani, quando sono attese le prime schiarite. Stamane vi sono stati problemi di viabilità al traforo del Monte Bianco e rallentamenti sulle statali 26 e 27 e sulle strade regionali che portano alle vallate laterali. Il pericolo valanghe resta 'marcato' - indice 3 su una scala di 5 punti - su tutto il territorio regionale.
Dal Corpo forestale dello Stato il pericolo valanghe viene giudicato marcato anche su gran parte del Piemonte, dove valanghe di superficie a debole coesione sono state segnalate soprattutto nel gruppo montuoso delle Alpi Cozie. Pericolo marcato nella zona nord occidentale del Trentino Alto Adige, dove i punti di maggior pericolo sono oltre i 2.000 metri di quota su tutti i pendii ripidi, mentre è moderato sul resto della regione. Il pericolo, informa ancora il Corpo Forestale, continua a essere moderato in Lombardia e in Veneto, dove la tendenza è stazionaria viste le deboli precipitazioni nevose. Considerate le caratteristiche del manto nevoso, il grado di pericolo è moderato anche sulle Alpi Giulie. E' debole, invece, nel resto delle aree montane della Penisola a tutte le quote e a tutte le esposizioni. In Toscana la circolazione dei treni e' stata rallentata stamani, lungo le linee del trasporto regionale Viareggio-Lucca-Firenze e Pisa-Lucca-Aulla, in gran parte a binario unico, a causa del ghiaccio che ha creato problemi alla manovra degli scambi.
Sono stati così cancellati, parzialmente o per l'intero percorso, 15 treni mentre altri 17 hanno registrato ritardi tra i 30 ed i 90 minuti. La Protezione civile ha emesso un avviso di avverse condizioni meteorologiche, valido dal pomeriggio di oggi, che prevede precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, sulla Sardegna, in successiva estensione sulla Sicilia e Calabria. Le precipitazioni saranno accompagnate da venti forti provenienti da nord-ovest, con possibili mareggiate lungo le coste esposte. Dalle prime ore di domani si prevedono nevicate, con quota neve minima 400 - 600 metri, da deboli a moderate sulla Campania e da moderate ad elevate su Calabria e Basilicata, che si estenderanno dal pomeriggio anche sulla Sicilia.
martedì 20 dicembre 2011
Neve e ghiaccio nelle Marche. Temperature sotto lo zero sulla Sila
(Ansa meteo)
Incidenti a catena con numerosi feriti nelle Marche, a causa del ghiaccio e della neve che hanno reso difficile la circolazione stradale fin dalle prime ore del mattino. L'incidente più grave, con otto persone rimaste ferite, è accaduto lungo la Sp3 all'altezza del Furlo (Pesaro Urbino): verso le 5 una bisarca carica di auto si è intraversata in mezzo alla carreggiata. Due furgoni sono andati a schiantarsi contro il mezzo pesante, mentre uno degli occupanti, che era sceso dall'abitacolo per segnalare l'incidente, a causa dell'oscurità non si è accorto di trovarsi sul ciglio di un viadotto alto 20 metri, ed è precipitato di sotto. L'uomo è ricoverato in ospedale in prognosi riservata. La superstrada è ancora chiusa al traffico, con deviazione obbligatoria verso Urbino-Fermignano-Acqualagna per i veicoli diretti a Roma. Una sottile lastra di ghiaccio lungo il tratto Castelfidardo-Serra San Quirico della Superstrada Ancona-Roma è all'origine di un'altra serie di tamponamenti e testa coda. Alcuni feriti sono stati medicati nell'ospedale di Jesi, quello in condizioni più critiche è stato trasportato in eliambulanza nel nosocomio di Torrette ad Ancona. Tutti transitabili i valichi dell'Appennino, ma con pneumatici da neve o catene al seguito.
ANCORA NEVE IN SILA,TEMPERATURE SOTTO ZERO - Continua a nevicare sulla Sila cosentina dove la colonnina di mercurio è ferma intorno allo zero, con punte che, in alcune località, arrivano anche a -4 gradi. Nelle località turistiche di Camigliatello e Lorica la coltre ha superato i 30 centimetri. Maggiore innevamento, ben oltre 50 centimetri sulle cime di Botte Donato e Montenero. Precipitazioni nevose anche a Trepidò di Cotronei, a Gambarie d'Aspromonte dove sono stati toccati i 15 centimetri, e nella Sila Catanzarese, anche intorno ai mille metri. I monti che circondano Catanzaro sono tutti imbiancati. Pioggia e grandine sul resto della regione. A Catanzaro dove la temperatura alle 7 era di 4 gradi c'é alternanza di piogge e schiarite. Sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria per una forte grandinata si sono registrati rallentamenti alla circolazione nel tratto tra gli svincoli di Pizzo e Sant'Onofrio, nel vibonese. Nevischio nella zona di Rogliano ma la polizia stradale non segnala particolari difficoltà. Resta l'obbligo di catene a bordo tra Falerna e Padula.
MALTEMPO KILLER IERI, IN MOLISE MORTI 2 PESCATORI TUNISINI - Maltempo assassino al centro sud: ieri a Termoli, al largo della costa nord della città, un piccolo peschereccio si è ribaltato mentre i marittimi a bordo, di nazionalità tunisina, erano impegnati a ritirare le reti che erano state calate in mare nella nottata. Il proprietario del natante, Fathi M'Baya, tunisino, noto a Termoli come 'Franco' è caduto in mare insieme ad un altro connazionale ritrovato qualche ora dopo, dalla Capitaneria di Porto, vicino alla scogliera, ormai cadavere. Il corpo di Mohammed Abwelhed, 45 anni, residente nel centro adriatico da numerosi anni, chiamato dai pescatori 'Mimmo' è stato composto presso l'obitorio dell'ospedale cittadino, mentre l'altro marittimo è tuttora disperso nonostante l'intera giornata di ricerche condotte dalla Guardia costiera con più mezzi navali, e dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Teramo, con il supporto di un elicottero dei pompieri giunto da Pescara ed altri mezzi navali della Guardia di Finanza, usciti in mare a dare man forte.
Salvo un terzo marinaio per cui si era temuto: questa mattina era rimasto a casa. Secondo voci ufficiose, non confermate dalla Capitaneria di porto e dai soccorritori, permangono dubbi sulla possibile caduta in mare di un'altra persona, di cui non ci sarebbe riscontro fino a questo momento. Sul dramma, accaduto a pochi giorni dal natale, è stata aperta un'inchiesta da parte della Procura di Larino (Campobasso). Secondo la Capitaneria solo uno era regolarmente assunto. Il Sindaco di Termoli, Antonio Di Brino ha riunito in mattinata la Giunta comunale decretando il lutto cittadino. Ma c'é un'altra vittima in Italia a causa del maltempo, freddo e ghiaccio: si tratta di un senzatetto di 52 anni, di nazionalità romena, Stefan Smolei, che è morto assiderato durante la notte a Ghilarza (Oristano)in una casa in costruzione nella quale aveva trovato rifugio. Neve frattanto sui rilievi della Calabria, intensa dalle prime ore di stamani su tutta la Sila, anche a quote più basse, intorno ai mille metri. Nelle località turistiche di Camigliatello e Lorica il manto ha superato i 20 centimetri e una coltre ancora maggiore c'é sulle cime di Monte Botte Donato e Montenero. Le strade della zona sono transitabili grazie al lavoro dei mezzi spazzaneve e spargisale della Provincia di Cosenza. La temperatura è di zero gradi. Ma nevica anche in Umbria, specie sui valichi appenninici. La polizia stradale non segnala comunque problemi alla circolazione. La precipitazione ha interessato in particolare i valichi di Bocca Trabaria, Osteria del Gatto e Colfiorito.
Incidenti a catena con numerosi feriti nelle Marche, a causa del ghiaccio e della neve che hanno reso difficile la circolazione stradale fin dalle prime ore del mattino. L'incidente più grave, con otto persone rimaste ferite, è accaduto lungo la Sp3 all'altezza del Furlo (Pesaro Urbino): verso le 5 una bisarca carica di auto si è intraversata in mezzo alla carreggiata. Due furgoni sono andati a schiantarsi contro il mezzo pesante, mentre uno degli occupanti, che era sceso dall'abitacolo per segnalare l'incidente, a causa dell'oscurità non si è accorto di trovarsi sul ciglio di un viadotto alto 20 metri, ed è precipitato di sotto. L'uomo è ricoverato in ospedale in prognosi riservata. La superstrada è ancora chiusa al traffico, con deviazione obbligatoria verso Urbino-Fermignano-Acqualagna per i veicoli diretti a Roma. Una sottile lastra di ghiaccio lungo il tratto Castelfidardo-Serra San Quirico della Superstrada Ancona-Roma è all'origine di un'altra serie di tamponamenti e testa coda. Alcuni feriti sono stati medicati nell'ospedale di Jesi, quello in condizioni più critiche è stato trasportato in eliambulanza nel nosocomio di Torrette ad Ancona. Tutti transitabili i valichi dell'Appennino, ma con pneumatici da neve o catene al seguito.
ANCORA NEVE IN SILA,TEMPERATURE SOTTO ZERO - Continua a nevicare sulla Sila cosentina dove la colonnina di mercurio è ferma intorno allo zero, con punte che, in alcune località, arrivano anche a -4 gradi. Nelle località turistiche di Camigliatello e Lorica la coltre ha superato i 30 centimetri. Maggiore innevamento, ben oltre 50 centimetri sulle cime di Botte Donato e Montenero. Precipitazioni nevose anche a Trepidò di Cotronei, a Gambarie d'Aspromonte dove sono stati toccati i 15 centimetri, e nella Sila Catanzarese, anche intorno ai mille metri. I monti che circondano Catanzaro sono tutti imbiancati. Pioggia e grandine sul resto della regione. A Catanzaro dove la temperatura alle 7 era di 4 gradi c'é alternanza di piogge e schiarite. Sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria per una forte grandinata si sono registrati rallentamenti alla circolazione nel tratto tra gli svincoli di Pizzo e Sant'Onofrio, nel vibonese. Nevischio nella zona di Rogliano ma la polizia stradale non segnala particolari difficoltà. Resta l'obbligo di catene a bordo tra Falerna e Padula.
MALTEMPO KILLER IERI, IN MOLISE MORTI 2 PESCATORI TUNISINI - Maltempo assassino al centro sud: ieri a Termoli, al largo della costa nord della città, un piccolo peschereccio si è ribaltato mentre i marittimi a bordo, di nazionalità tunisina, erano impegnati a ritirare le reti che erano state calate in mare nella nottata. Il proprietario del natante, Fathi M'Baya, tunisino, noto a Termoli come 'Franco' è caduto in mare insieme ad un altro connazionale ritrovato qualche ora dopo, dalla Capitaneria di Porto, vicino alla scogliera, ormai cadavere. Il corpo di Mohammed Abwelhed, 45 anni, residente nel centro adriatico da numerosi anni, chiamato dai pescatori 'Mimmo' è stato composto presso l'obitorio dell'ospedale cittadino, mentre l'altro marittimo è tuttora disperso nonostante l'intera giornata di ricerche condotte dalla Guardia costiera con più mezzi navali, e dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Teramo, con il supporto di un elicottero dei pompieri giunto da Pescara ed altri mezzi navali della Guardia di Finanza, usciti in mare a dare man forte.
Salvo un terzo marinaio per cui si era temuto: questa mattina era rimasto a casa. Secondo voci ufficiose, non confermate dalla Capitaneria di porto e dai soccorritori, permangono dubbi sulla possibile caduta in mare di un'altra persona, di cui non ci sarebbe riscontro fino a questo momento. Sul dramma, accaduto a pochi giorni dal natale, è stata aperta un'inchiesta da parte della Procura di Larino (Campobasso). Secondo la Capitaneria solo uno era regolarmente assunto. Il Sindaco di Termoli, Antonio Di Brino ha riunito in mattinata la Giunta comunale decretando il lutto cittadino. Ma c'é un'altra vittima in Italia a causa del maltempo, freddo e ghiaccio: si tratta di un senzatetto di 52 anni, di nazionalità romena, Stefan Smolei, che è morto assiderato durante la notte a Ghilarza (Oristano)in una casa in costruzione nella quale aveva trovato rifugio. Neve frattanto sui rilievi della Calabria, intensa dalle prime ore di stamani su tutta la Sila, anche a quote più basse, intorno ai mille metri. Nelle località turistiche di Camigliatello e Lorica il manto ha superato i 20 centimetri e una coltre ancora maggiore c'é sulle cime di Monte Botte Donato e Montenero. Le strade della zona sono transitabili grazie al lavoro dei mezzi spazzaneve e spargisale della Provincia di Cosenza. La temperatura è di zero gradi. Ma nevica anche in Umbria, specie sui valichi appenninici. La polizia stradale non segnala comunque problemi alla circolazione. La precipitazione ha interessato in particolare i valichi di Bocca Trabaria, Osteria del Gatto e Colfiorito.
domenica 18 dicembre 2011
Vento, mareggiate e gelo
Un weekend nel segno del maltempo in Italia a pochi giorni dall'inizio della stagione invernale. Disagi si sono verificati nella circolazione, soprattutto quella marittima verso le isole campane e la Sardegna. E c'é stato anche un morto: un anziano nel livornese caduto dal tetto della sua abitazione mentre tentava di ripararlo dopo i danni del forte vento notturno.
Particolarmente colpita dalle raffiche di maestrale la Campania. Il mare forza 5 ed il vento che ha soffiato fino a 40 nodi hanno bloccato navi, aliscafi e catamarani nei porti, isolando Ischia, Procida e Capri dalla terraferma. Una sola corsa è stata effettuata in mattinata da Capri verso Napoli, poi il blocco totale. Sull'isola si è abbattuta una vera e propria tempesta, con onde che hanno superato i cinque metri di altezza. Collegamenti marittimi sospesi anche tra la Sardegna e la penisola a causa delle avverse condizioni del mare con moto ondoso forza 9 e maestrale a circa 30 chilometri orari.
Traghetti in porto sia a Nord che a Sud dell'isola. Fino al tardo pomeriggio, quando la situazione si è sbloccata. Alle 18 é salpata regolarmente da Cagliari la nave Nomentana diretta a Civitavecchia. Mentre il Toscana, che ha saltato oggi la corsa, partirà domani da Napoli e giungerà a Cagliari dopodomani.
Ore di ansia e paura, poi, sul litorale laziale, sferzato dall'ondata di maltempo che ha colpito l'intera regione. Una forte mareggiata ha interessato tutta la costa, con i pescherecci che hanno avuto diversi problemi all'interno del porto canale di Fiumicino. In Ciociaria è arrivata la prima neve della stagione, con la Protezione Civile della Provincia messa in allerta.
Per il forte vento due voli, impossibilitati ad atterrare all'aeroporto di Ciampino, sono stati fatti invece arrivare all'aeroporto Leonardo da Vinci. Spostandosi al Nord, una tromba d'aria ha interessato la notte scorsa il versante nord dell'Altopiano di Asiago (Vicenza), ai confini con il Trentino Alto Adige, abbattendo completamente una vasta area di bosco estesa per circa 150 metri in lunghezza e un centinaio di metri in larghezza.
Il fenomeno, inusuale per il periodo, è avvenuto in località Ghertele: alcuni tronchi di grosse dimensioni sono caduti sulla strada e hanno portato alla chiusura per un paio d'ore dell'ex-statale del 'Costo' 349, che collega le due regioni. Prima nevicata, inoltre, a Cortina, che ha potuto così aprire alcune piste da sci.
Particolarmente colpita dalle raffiche di maestrale la Campania. Il mare forza 5 ed il vento che ha soffiato fino a 40 nodi hanno bloccato navi, aliscafi e catamarani nei porti, isolando Ischia, Procida e Capri dalla terraferma. Una sola corsa è stata effettuata in mattinata da Capri verso Napoli, poi il blocco totale. Sull'isola si è abbattuta una vera e propria tempesta, con onde che hanno superato i cinque metri di altezza. Collegamenti marittimi sospesi anche tra la Sardegna e la penisola a causa delle avverse condizioni del mare con moto ondoso forza 9 e maestrale a circa 30 chilometri orari.
Traghetti in porto sia a Nord che a Sud dell'isola. Fino al tardo pomeriggio, quando la situazione si è sbloccata. Alle 18 é salpata regolarmente da Cagliari la nave Nomentana diretta a Civitavecchia. Mentre il Toscana, che ha saltato oggi la corsa, partirà domani da Napoli e giungerà a Cagliari dopodomani.
Ore di ansia e paura, poi, sul litorale laziale, sferzato dall'ondata di maltempo che ha colpito l'intera regione. Una forte mareggiata ha interessato tutta la costa, con i pescherecci che hanno avuto diversi problemi all'interno del porto canale di Fiumicino. In Ciociaria è arrivata la prima neve della stagione, con la Protezione Civile della Provincia messa in allerta.
Per il forte vento due voli, impossibilitati ad atterrare all'aeroporto di Ciampino, sono stati fatti invece arrivare all'aeroporto Leonardo da Vinci. Spostandosi al Nord, una tromba d'aria ha interessato la notte scorsa il versante nord dell'Altopiano di Asiago (Vicenza), ai confini con il Trentino Alto Adige, abbattendo completamente una vasta area di bosco estesa per circa 150 metri in lunghezza e un centinaio di metri in larghezza.
Il fenomeno, inusuale per il periodo, è avvenuto in località Ghertele: alcuni tronchi di grosse dimensioni sono caduti sulla strada e hanno portato alla chiusura per un paio d'ore dell'ex-statale del 'Costo' 349, che collega le due regioni. Prima nevicata, inoltre, a Cortina, che ha potuto così aprire alcune piste da sci.
Tempesta nelle Filippine, oltre 400 le vittime
MANILA - Sale a 440 morti il bilancio delle vittime della tempesta tropicale Washi che ha colpito il sud delle Filippine. Lo riferiscono la Croce Rossa e l'esercito.
L'isola di Mindanao è la regione più colpita: 215 morti sono stati registrati a Cagayan de Oro, uno dei principali porti dell'isola, e altri 144 nella vicina città di Iligan, ha detto alla France Presse il segretario Generale della Croce Rossa delle Filippine Gwen Pang.
Sarebbero centinaia i dispersi della tempesta tropicale Washi che ha colpito il sud delle Filippine. Lo riferisce il segretario generale della Croce Rossa delle Filippine secondo cui il bilancio dei morti, più di 400 finora, potrebbe salire. All'appello, ha aggiunto, mancano 400 persone solo nella città di Iligan, sulla costa. Le abitazioni, si apprende, sono state trascinate in mare dalle piogge mentre gli abitanti stavano dormendo. Il ministero del welfare stima in almeno 100mila i senzatetto.
Oltre duemila persone sono state salvate dai soccorsi con camion, imbarcazioni ed elicotteri. Le inondazioni sono state provocate da forti piogge che cadono da 24 ore. La tempesta è accompagnata da un forte vento a 75 chilometri orari.
L'isola di Mindanao è la regione più colpita: 215 morti sono stati registrati a Cagayan de Oro, uno dei principali porti dell'isola, e altri 144 nella vicina città di Iligan, ha detto alla France Presse il segretario Generale della Croce Rossa delle Filippine Gwen Pang.
Sarebbero centinaia i dispersi della tempesta tropicale Washi che ha colpito il sud delle Filippine. Lo riferisce il segretario generale della Croce Rossa delle Filippine secondo cui il bilancio dei morti, più di 400 finora, potrebbe salire. All'appello, ha aggiunto, mancano 400 persone solo nella città di Iligan, sulla costa. Le abitazioni, si apprende, sono state trascinate in mare dalle piogge mentre gli abitanti stavano dormendo. Il ministero del welfare stima in almeno 100mila i senzatetto.
Oltre duemila persone sono state salvate dai soccorsi con camion, imbarcazioni ed elicotteri. Le inondazioni sono state provocate da forti piogge che cadono da 24 ore. La tempesta è accompagnata da un forte vento a 75 chilometri orari.
sabato 17 dicembre 2011
Freddo neve e crollo delle temperature
A ridosso di Natale arrivano freddo e neve in tutta Italia. Da domani la colonnina di mercurio scenderà di 10 gradi, ma già oggi il maltempo ha imperversato dal Nord al Sud della penisola. Una abbondante nevicata sta cadendo dalla notte scorsa in Valle d'Aosta (ad Aosta oltre 30 centimetri di neve fresca e a La Thuile e Courmayeur quasi mezzo metro) e il pericolo valanghe é 'molto forte' nelle zone del Monte Bianco, del Gran Paradiso, del Gran San Bernardo e del Cervino.
Rischio alto anche a Oyace dove quindici bambini e cinque insegnanti delle scuole materne ed elementari trascorreranno la prossima notte all'interno dell'istituto scolastico per sicurezza. Lo ha disposto il sindaco del piccolo comune della Valpelline a causa delle numerose slavine, anche di grosse dimensioni, cadute sulla strada regionale di Bionaz (a monte e a valle di Oyace). La protezione civile valdostana ha previsto l'invio di brandine mentre la mensa scolastica garantirà i pasti. Sempre nel comune di Oyace sono state evacuate preventivamente due famiglie. Cinque persone sono state evacuate anche a Saint-Rhemy-En-Bosses.
Chiuse al traffico alcune strade regionali e comunali. Nevica dal pomeriggio pure in Trentino, soprattutto oltre i mille metri, ma in alcune zone, come in val di Sole, anche a quote inferiori. Le nevicate in corso potrebbero far salire il pericolo di valanghe fino a marcato oltre i 2000 metri. Una violenta mareggiata, con vento di libeccio oltre gli 80 chilometri e onde alte fino a sei metri si è abbattuta su tutta la costa ligure. A causa delle condizioni del mare, sono stati annullati i collegamenti con la Sardegna. Disagi anche all'aeroporto del capoluogo ligure e decine gli interventi dei vigili del fuoco per rami, alberi e cartelli pericolanti in tutta la città. Ripresi stamani, sono stati di nuovo interrotti nel pomeriggio i collegamenti marittimi tra Piombino e Portoferraio.
Dalle 17 le compagnie di navigazione hanno sospeso le corse a causa del forte vento e del mare molto mosso. Le previsioni indicano nelle prossime ore ulteriori peggioramenti e quindi è quasi certo che partenze e arrivi di navi e traghetti non riprenderanno fino a domani mattina. Il vento ha raggiunto i 50 nodi (poco meno di 100 chilometri orari) a Livorno, dove comunque le partenze di navi e traghetti starebbero procedendo, sia pure con qualche ritardo. Anche al Sud le condizioni meteo sono peggiorate. Da oggi pomeriggio e per tutta la giornata di domani, la Protezione civile della Campania prevede un sensibile rinforzo dei venti che potranno raggiungere forza 8 (burrasca). A rischio i collegamenti con le isole. Difficoltà, con partenze soppresse e forti ritardi, per i collegamenti marittimi in Sardegna (soprattutto con il Nord dell'isola) dove col vento in rafforzamento, a causa della perturbazione in arrivo dall'Atlantico, non sono esclusi rallentamenti e salti di corse anche per domani. Numerosi gli interventi in tutto il Nord Sardegna. (servizio ANSA)
Rischio alto anche a Oyace dove quindici bambini e cinque insegnanti delle scuole materne ed elementari trascorreranno la prossima notte all'interno dell'istituto scolastico per sicurezza. Lo ha disposto il sindaco del piccolo comune della Valpelline a causa delle numerose slavine, anche di grosse dimensioni, cadute sulla strada regionale di Bionaz (a monte e a valle di Oyace). La protezione civile valdostana ha previsto l'invio di brandine mentre la mensa scolastica garantirà i pasti. Sempre nel comune di Oyace sono state evacuate preventivamente due famiglie. Cinque persone sono state evacuate anche a Saint-Rhemy-En-Bosses.
Chiuse al traffico alcune strade regionali e comunali. Nevica dal pomeriggio pure in Trentino, soprattutto oltre i mille metri, ma in alcune zone, come in val di Sole, anche a quote inferiori. Le nevicate in corso potrebbero far salire il pericolo di valanghe fino a marcato oltre i 2000 metri. Una violenta mareggiata, con vento di libeccio oltre gli 80 chilometri e onde alte fino a sei metri si è abbattuta su tutta la costa ligure. A causa delle condizioni del mare, sono stati annullati i collegamenti con la Sardegna. Disagi anche all'aeroporto del capoluogo ligure e decine gli interventi dei vigili del fuoco per rami, alberi e cartelli pericolanti in tutta la città. Ripresi stamani, sono stati di nuovo interrotti nel pomeriggio i collegamenti marittimi tra Piombino e Portoferraio.
Dalle 17 le compagnie di navigazione hanno sospeso le corse a causa del forte vento e del mare molto mosso. Le previsioni indicano nelle prossime ore ulteriori peggioramenti e quindi è quasi certo che partenze e arrivi di navi e traghetti non riprenderanno fino a domani mattina. Il vento ha raggiunto i 50 nodi (poco meno di 100 chilometri orari) a Livorno, dove comunque le partenze di navi e traghetti starebbero procedendo, sia pure con qualche ritardo. Anche al Sud le condizioni meteo sono peggiorate. Da oggi pomeriggio e per tutta la giornata di domani, la Protezione civile della Campania prevede un sensibile rinforzo dei venti che potranno raggiungere forza 8 (burrasca). A rischio i collegamenti con le isole. Difficoltà, con partenze soppresse e forti ritardi, per i collegamenti marittimi in Sardegna (soprattutto con il Nord dell'isola) dove col vento in rafforzamento, a causa della perturbazione in arrivo dall'Atlantico, non sono esclusi rallentamenti e salti di corse anche per domani. Numerosi gli interventi in tutto il Nord Sardegna. (servizio ANSA)
L'uragano Joachim sull'Europa
La Svizzera è colpita dall'uragano Joachim, con raffiche di venti fino a 176 km all'ora, registarte stamane sul Santis in Appenzello.
Nel Giura bernese, diverse persone sono inolte rimaste ferite in modo lieve nel deragliamento di due vagoni di un treno fra Tavannes e Tramelan.
Il convoglio ha urtato un albero sradicato dalla tempesta, ha riferito l'agenzia di stampa svizzera Ats.
Nel canton Giura un edificio ha dovuto essere evacuato e diverse strade sono state momentaneamente chiuse alla circolazione dopo la caduta di alberi.
La Compagnia di Navigazione Generale ha sospeso tutti i servizi sul lago Lemano e a Losanna le autorità hanno annullato il mercatino di Natale.
L'uragano Joachim è in arrivo in queste ore dalla Francia in Germania.
Le zone più colpite dal suo passaggio saranno il Centro e il Sud del Paese. Il centro dell'uragano, secondo la Dpa, dovrebbe essere fra le città di Duesseldorf, Hannover e la parte nord di Berlino.
In Renania Palatinato, dice Spiegel on line, ci si prepara alle raffiche che potrebbero raggiungere i 200 km orari, chiudendo alcune alcune strade al traffico.
Nel Giura bernese, diverse persone sono inolte rimaste ferite in modo lieve nel deragliamento di due vagoni di un treno fra Tavannes e Tramelan.
Il convoglio ha urtato un albero sradicato dalla tempesta, ha riferito l'agenzia di stampa svizzera Ats.
Nel canton Giura un edificio ha dovuto essere evacuato e diverse strade sono state momentaneamente chiuse alla circolazione dopo la caduta di alberi.
La Compagnia di Navigazione Generale ha sospeso tutti i servizi sul lago Lemano e a Losanna le autorità hanno annullato il mercatino di Natale.
L'uragano Joachim è in arrivo in queste ore dalla Francia in Germania.
Le zone più colpite dal suo passaggio saranno il Centro e il Sud del Paese. Il centro dell'uragano, secondo la Dpa, dovrebbe essere fra le città di Duesseldorf, Hannover e la parte nord di Berlino.
In Renania Palatinato, dice Spiegel on line, ci si prepara alle raffiche che potrebbero raggiungere i 200 km orari, chiudendo alcune alcune strade al traffico.
mercoledì 14 dicembre 2011
Imperia si prepara alla neve
Imperia, la Provincia contro i rischi di neve e gelo
articolo dal sito web de "Il Secolo XIX"
13 dicembre 2011 Selena Marvaldi
Il buon vecchio “Generale Inverno” inizia a fare la sua comparsa abbassando le temperature, finora piuttosto miti; e si attende anche la neve, per dare il via alla stagione sciistica. Imperia, e soprattutto i paesi dell’entroterra, dopo la paura per l’alluvione genovese e spezzina, si chiedono se tutto sia pronto per affrontare le eventuali emergenze-maltempo.
«Siamo operativi al 100%. – dichiara l’ingegnere Michele Russo, direttore dell’ufficio viabilità e grandi infrastrutture della Provincia – Il meccanismo di collaborazione fra noi e le imprese che si occupano dello spargimento di sale e dello sgombero delle strade innevate è ben oliato e collaudato negli anni. Sono stati stanziati e utilizzati circa 300.000 euro per sostenere questo impegno che va ad interessare tutta la provincia; una parte di questa somma, approssimativamente 100.000 euro, è stata dedicata unicamente alla zona di Monesi dove si trova l’impianto sciistico e dove ci si aspettano maggiori nevicate e quindi maggior necessità di intervento».
Le località delle alte valli Nervia, Argentina e Arroscia sono generalmente quelle più colpite dal gelo e dal maltempo, ma grazie alla collaborazione fra i vari sindaci – “le sentinelle” come le ha definite l’ing. Russo – e le imprese, gli interventi sono sempre immediati: «Quando si abbassano le temperature, le ditte munite degli appositi macchinari sanno come muoversi: avvertono del problema, chiedono l’autorizzazione e poi intervengono. La crisi dei finanziamenti la sentiamo anche noi, per questo non si può sprecare niente: i provvedimenti presi sono sempre stati puntuali e necessari».
Per quanto riguarda le strade dei paesi dell’entroterra imperiese, dai 400/500 metri sul livello del mare in su, la metodologia di intervento è la stessa: quando le temperature si abbassano e ad esse concorre l’umidità, con il conseguente rischio di ghiacciate pericolose, i mezzi spargisale cominciano ad entrare in azione seguendo dei percorsi prestabiliti che coprono i tratti maggiormente trafficati e a rischio. Il territorio provinciale è stato diviso in cinque zone, con le relative imprese di riferimento: Tesorini di Camporosso per il ponente, Mega per le zone centrali e la valle Argentina, Barla per la valle Impero, Manfredi per la valle Arroscia e Boero per Monesi.
«Controlliamo continuamente le condizioni meteorologiche. Inoltre sindaci e imprese, essendo sul posto, si accorgono immediatamente di quando e con che mezzi è necessario intervenire – conclude Russo – A noi ora non resta che sperare nella neve, per dare il via alla stagione sciistica».
articolo dal sito web de "Il Secolo XIX"
13 dicembre 2011 Selena Marvaldi
Il buon vecchio “Generale Inverno” inizia a fare la sua comparsa abbassando le temperature, finora piuttosto miti; e si attende anche la neve, per dare il via alla stagione sciistica. Imperia, e soprattutto i paesi dell’entroterra, dopo la paura per l’alluvione genovese e spezzina, si chiedono se tutto sia pronto per affrontare le eventuali emergenze-maltempo.
«Siamo operativi al 100%. – dichiara l’ingegnere Michele Russo, direttore dell’ufficio viabilità e grandi infrastrutture della Provincia – Il meccanismo di collaborazione fra noi e le imprese che si occupano dello spargimento di sale e dello sgombero delle strade innevate è ben oliato e collaudato negli anni. Sono stati stanziati e utilizzati circa 300.000 euro per sostenere questo impegno che va ad interessare tutta la provincia; una parte di questa somma, approssimativamente 100.000 euro, è stata dedicata unicamente alla zona di Monesi dove si trova l’impianto sciistico e dove ci si aspettano maggiori nevicate e quindi maggior necessità di intervento».
Le località delle alte valli Nervia, Argentina e Arroscia sono generalmente quelle più colpite dal gelo e dal maltempo, ma grazie alla collaborazione fra i vari sindaci – “le sentinelle” come le ha definite l’ing. Russo – e le imprese, gli interventi sono sempre immediati: «Quando si abbassano le temperature, le ditte munite degli appositi macchinari sanno come muoversi: avvertono del problema, chiedono l’autorizzazione e poi intervengono. La crisi dei finanziamenti la sentiamo anche noi, per questo non si può sprecare niente: i provvedimenti presi sono sempre stati puntuali e necessari».
Per quanto riguarda le strade dei paesi dell’entroterra imperiese, dai 400/500 metri sul livello del mare in su, la metodologia di intervento è la stessa: quando le temperature si abbassano e ad esse concorre l’umidità, con il conseguente rischio di ghiacciate pericolose, i mezzi spargisale cominciano ad entrare in azione seguendo dei percorsi prestabiliti che coprono i tratti maggiormente trafficati e a rischio. Il territorio provinciale è stato diviso in cinque zone, con le relative imprese di riferimento: Tesorini di Camporosso per il ponente, Mega per le zone centrali e la valle Argentina, Barla per la valle Impero, Manfredi per la valle Arroscia e Boero per Monesi.
«Controlliamo continuamente le condizioni meteorologiche. Inoltre sindaci e imprese, essendo sul posto, si accorgono immediatamente di quando e con che mezzi è necessario intervenire – conclude Russo – A noi ora non resta che sperare nella neve, per dare il via alla stagione sciistica».
lunedì 12 dicembre 2011
Una tromba d’aria sul Christmas Village
12 dicembre 2011 S. P.
Rapallo- Il maltempo crea disagi a Rapallo. Alle 11.30 una tromba d’aria ha creato qualche problema sul lungomare Vittorio Veneto, scoperchiando una casetta del Christmas Village, il mercatino con 40 casette, voluto dall’Ascom, che è sul lungomare dal 26 di novembre e che resterà fino all’8 gennaio, e danneggiando anche un lampione dell’illuminazione pubblica.
I danni, per fortuna, non hanno avuto conseguenze sulle persone. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti della polizia municipale rapallese. Fra i disagi, rallentamenti e code, nella zona del centro storico. La vicenda ha già avuto qualche reazione. Andrea Carannante, del Partito Comunista dei Lavoratori, fortemente contrario, fin dall’inizio, al “Village”, attacca: «Questo episodio, che fortunatamente non ha causato danni alle persone, dimostra ancora una volta che la nostra contrarietà alla baraccopoli in riva al mare voluta dall’Ascom e dalla giunta rapallese, senza alcuna decisione del consiglio comunale, è più che giustificata».
Articolo tratto dal sito web de "Il Secolo XIX"
Rapallo- Il maltempo crea disagi a Rapallo. Alle 11.30 una tromba d’aria ha creato qualche problema sul lungomare Vittorio Veneto, scoperchiando una casetta del Christmas Village, il mercatino con 40 casette, voluto dall’Ascom, che è sul lungomare dal 26 di novembre e che resterà fino all’8 gennaio, e danneggiando anche un lampione dell’illuminazione pubblica.
I danni, per fortuna, non hanno avuto conseguenze sulle persone. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti della polizia municipale rapallese. Fra i disagi, rallentamenti e code, nella zona del centro storico. La vicenda ha già avuto qualche reazione. Andrea Carannante, del Partito Comunista dei Lavoratori, fortemente contrario, fin dall’inizio, al “Village”, attacca: «Questo episodio, che fortunatamente non ha causato danni alle persone, dimostra ancora una volta che la nostra contrarietà alla baraccopoli in riva al mare voluta dall’Ascom e dalla giunta rapallese, senza alcuna decisione del consiglio comunale, è più che giustificata».
Articolo tratto dal sito web de "Il Secolo XIX"
domenica 11 dicembre 2011
Clima, Durban approva accordo per trattato globale dal 2020
Via libera alla tabella di marcia che porterà all'adozione di un accordo globale salva-clima entro il 2015 per entrare in vigore dal 2020. Lo ha deciso la 17/a Conferenza mondiale sul clima a Durban, in Sudafrica, che ha trovato anche un accordo per il Kyoto2 dopo il 2012. Per l'accordo globale si inizierà a lavorare già a partire dal prossimo anno. Per questo è stato incaricato un gruppo di lavoro ad hoc in base alla "piattaforma di Durban".
Il documento, che dà mandato al gruppo di lavoro di definire l'accordo globale entro il 2015, sottolinea l'urgenza di accelerare i tempi e di alzare il livello di riduzione. La forma giuridica dell'accordo sarà oggetto di ulteriori discussioni. Per quanto riguarda il Kyoto2 dopo il 2012, riguarderà sostanzialmente l'Europa e pochi altri paesi industrializzati, visto che Giappone, Russia e Canada da tempo hanno annunciato il loro no al secondo periodo del Protocollo. Il Kyoto2 ha la funzione di fare da ponte verso l'accordo globale. "Siamo usciti dal 'cono d'ombrà di Copenaghen.
L'accordo - ha commentato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che nei giorni scorsi ha partecipato personalmente alla trattativa - supera i limiti del Protocollo di Kyoto e ha una dimensione globale" offrendo all'Europa, e soprattutto all'Italia, la possibilità di costituire la 'piattaforma' per lo sviluppo con le grandi economie emergenti, Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica". Nel "pacchetto Durban" approvato dalla Conferenza, anche il via libera all'operatività del Fondo Verde per aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere le azioni contro il riscaldamento globale. Si tratta di 100 miliardi di dollari al 2020. La tabella di marcia con l'accordo mondiale e il 'ponte' di Kyoto2 ha come principale obiettivo quello di portare dentro la lotta comune ai cambiamenti climatici le nuove economie come Cina, Brasile e India. La partita è importante anche nei confronti degli Stati Uniti che non hanno mai ratificato il primo periodo di Kyoto.
L'approvazione dei testi è avvenuta intorno alle cinque del mattino ora locale (le 4.00 in Italia) dopo una tempistica che ha sforato di oltre un giorno la normale durata del summit, iniziato il 28 novembre scorso e che sarebbe dovuto terminare, secondo i piani, venerdì. Nelle ultime ore era emersa la volontà, dichiarata dalla presidenza sudafricana della Conferenza Onu, di procedere a oltranza per uscire da Durban con l'approvazione dei documenti. Battendo il martelletto, come da pratica ufficiale, alla Plenaria, il presidente della Conferenza, Maite Nkoana-Mashabane, ha detto: "Abbiamo fatto la storia". Soddisfatto si è detto il Brasile. Per ambientalisti e piccole isole, invece, il testo non è abbastanza forte: difficile mantenere sotto i due gradi l'aumento della temperatura globale come indicato dagli scienziati, come termine per non arrivare a effetti catastrofici di non ritorno.
Articolo di Elisabetta Guidobaldi per ANSA
Il documento, che dà mandato al gruppo di lavoro di definire l'accordo globale entro il 2015, sottolinea l'urgenza di accelerare i tempi e di alzare il livello di riduzione. La forma giuridica dell'accordo sarà oggetto di ulteriori discussioni. Per quanto riguarda il Kyoto2 dopo il 2012, riguarderà sostanzialmente l'Europa e pochi altri paesi industrializzati, visto che Giappone, Russia e Canada da tempo hanno annunciato il loro no al secondo periodo del Protocollo. Il Kyoto2 ha la funzione di fare da ponte verso l'accordo globale. "Siamo usciti dal 'cono d'ombrà di Copenaghen.
L'accordo - ha commentato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che nei giorni scorsi ha partecipato personalmente alla trattativa - supera i limiti del Protocollo di Kyoto e ha una dimensione globale" offrendo all'Europa, e soprattutto all'Italia, la possibilità di costituire la 'piattaforma' per lo sviluppo con le grandi economie emergenti, Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica". Nel "pacchetto Durban" approvato dalla Conferenza, anche il via libera all'operatività del Fondo Verde per aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere le azioni contro il riscaldamento globale. Si tratta di 100 miliardi di dollari al 2020. La tabella di marcia con l'accordo mondiale e il 'ponte' di Kyoto2 ha come principale obiettivo quello di portare dentro la lotta comune ai cambiamenti climatici le nuove economie come Cina, Brasile e India. La partita è importante anche nei confronti degli Stati Uniti che non hanno mai ratificato il primo periodo di Kyoto.
L'approvazione dei testi è avvenuta intorno alle cinque del mattino ora locale (le 4.00 in Italia) dopo una tempistica che ha sforato di oltre un giorno la normale durata del summit, iniziato il 28 novembre scorso e che sarebbe dovuto terminare, secondo i piani, venerdì. Nelle ultime ore era emersa la volontà, dichiarata dalla presidenza sudafricana della Conferenza Onu, di procedere a oltranza per uscire da Durban con l'approvazione dei documenti. Battendo il martelletto, come da pratica ufficiale, alla Plenaria, il presidente della Conferenza, Maite Nkoana-Mashabane, ha detto: "Abbiamo fatto la storia". Soddisfatto si è detto il Brasile. Per ambientalisti e piccole isole, invece, il testo non è abbastanza forte: difficile mantenere sotto i due gradi l'aumento della temperatura globale come indicato dagli scienziati, come termine per non arrivare a effetti catastrofici di non ritorno.
Articolo di Elisabetta Guidobaldi per ANSA
venerdì 2 dicembre 2011
Sono 24 gli indagati per l'alluvione del 2010
A un anno di distanza la Procura di Genova ha indagato 24 persone, tra amministratori pubblici e privati, per il violento nubifragio che si abbattè il 6 ottobre 2010 sul ponente del capoluogo ligure. Un nubifragio che mise in ginocchio la delegazione di Sestri Ponente. Frane, fango ovunque, case danneggiate, auto travolte da torrenti e rivi in piena.
Un operaio che lavorava nella cava di Panigaro, fu inghiottito dal fango mentre cercava di recuperare la sua moto. Il cadavere fu ripescato tre giorni dopo, in mare. Fu aperta un’inchiesta contro ignoti dalla Procura di Genova e fu ordinata una perizia per valutare se l’ evento era stato così eccezionale da provocare le esondazioni dei rivi o se si era trattato di cattiva manutenzione degli stessi.
Nel luglio scorso i periti incaricati dal procuratore capo facente funzione Vincenzo Scolastico e dal sostituto procuratore Francesco Pinto depositarono un’accurata relazione dove fu spiegato che non vi erano i profili dell’eccezionalità dell’evento ma che si era trattato di cattiva o inesistente manutenzione. Le eventuali omissioni messe in evidenza nel dossier dai periti hanno poi portato a una indagine per individuare gli eventuali soggetti coinvolti.
Come parametro sono stati presi i piani di bacino in vigore nel 2002. A decorrere da tale data è stato individuato chi poteva avere voce in capitolo nell’ambito dei lavori di manutenzione fino al giorno dell’alluvione, il 6 ottobre 2010. Sempre in base alla consulenza è stato constatato che mentre nel torrente Polcevera la manutenzione è stata sufficiente, l’esondazione si è invece verificata nel rivo parallelo, cioè il Chiaravagna.
Tra i 24 indagati ci sarebbero, secondo quanto appreso in ambienti giudiziari, anche alcune società e tecnici della Provincia e del Comune di Genova. Per quanto riguarda la morte dell’operaio Paolo Marchini, di 44 anni, la Procura di Genova aveva aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti ma poi ne aveva chiesto l’archiviazione. L’alluvione del 2010
Il gip Massimo Cusatti ha però respinto tale richiesta ordinando nuove indagini e ha dato tempo fino al 31 gennaio per accorpare il fascicolo per omicidio colposo a quello principale di inondazione colposa. È ancora agli inizi, invece, l’indagine per l’ultima alluvione, quella dello scorso 4 novembre, che ha causato a Genova sei morti.
Sono ancora in corso i sopralluoghi dei tecnici, più di una decina quelli già effettuati, per accertare le eventuali responsabilità della tragedia. La Procura, anche in questo caso, ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per disastro colposo e omicidio colposo plurimo.
Un operaio che lavorava nella cava di Panigaro, fu inghiottito dal fango mentre cercava di recuperare la sua moto. Il cadavere fu ripescato tre giorni dopo, in mare. Fu aperta un’inchiesta contro ignoti dalla Procura di Genova e fu ordinata una perizia per valutare se l’ evento era stato così eccezionale da provocare le esondazioni dei rivi o se si era trattato di cattiva manutenzione degli stessi.
Nel luglio scorso i periti incaricati dal procuratore capo facente funzione Vincenzo Scolastico e dal sostituto procuratore Francesco Pinto depositarono un’accurata relazione dove fu spiegato che non vi erano i profili dell’eccezionalità dell’evento ma che si era trattato di cattiva o inesistente manutenzione. Le eventuali omissioni messe in evidenza nel dossier dai periti hanno poi portato a una indagine per individuare gli eventuali soggetti coinvolti.
Come parametro sono stati presi i piani di bacino in vigore nel 2002. A decorrere da tale data è stato individuato chi poteva avere voce in capitolo nell’ambito dei lavori di manutenzione fino al giorno dell’alluvione, il 6 ottobre 2010. Sempre in base alla consulenza è stato constatato che mentre nel torrente Polcevera la manutenzione è stata sufficiente, l’esondazione si è invece verificata nel rivo parallelo, cioè il Chiaravagna.
Tra i 24 indagati ci sarebbero, secondo quanto appreso in ambienti giudiziari, anche alcune società e tecnici della Provincia e del Comune di Genova. Per quanto riguarda la morte dell’operaio Paolo Marchini, di 44 anni, la Procura di Genova aveva aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti ma poi ne aveva chiesto l’archiviazione. L’alluvione del 2010
Il gip Massimo Cusatti ha però respinto tale richiesta ordinando nuove indagini e ha dato tempo fino al 31 gennaio per accorpare il fascicolo per omicidio colposo a quello principale di inondazione colposa. È ancora agli inizi, invece, l’indagine per l’ultima alluvione, quella dello scorso 4 novembre, che ha causato a Genova sei morti.
Sono ancora in corso i sopralluoghi dei tecnici, più di una decina quelli già effettuati, per accertare le eventuali responsabilità della tragedia. La Procura, anche in questo caso, ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per disastro colposo e omicidio colposo plurimo.
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