sabato 25 maggio 2013

A maggio neve anche in Liguria

Genova - Colpo di coda invernale anche in Liguria, come in gran parte dell’Italia settentrionale, per un impulso di aria fredda che i previsori di ilmeteo.it hanno battezzato “Ginevra”: in val d’Aveto e in valle Scrivia è stata segnalata neve, mentre sulle coste i vigili del Fuoco sono dovuti intervenire fra la notte e le prime luci del giorno per rimuovere i molti alberi caduti per il vento fortissimo.
Le temperature si sono abbassate di almeno 10 gradi, arrivando questa mattina intorno agli 8-9 anche nel capoluogo ligure: secondo i meteorologi, condizioni analoghe non si verificavano da circa vent’anni.
E l’interminabile coda invernale che nelle scorse ore ha portato in Liguria e a Genova neve a quota 800 mt, burrasche di vento, pioggia e gelo è salatissima per la Provincia di Genova cui compete la gestione delle strade provinciali. Contro i rischi del ghiaccio a partire da novembre la Provincia ha dovuto spargere sulle strade 69 mila quintali di materiale antigelo.
Gli interventi sulle strade provinciali durante l’inverno 2012-2013 che ha portato nevicate intense e temperature spesso rigidissime con gelate e galaverna sono costati oltre 1,3 milioni di euro e la maggior parte tra gennaio e aprile. L’approvvigionamento del sale per contrastare le gelate in Provincia «è consolidato, molto efficiente - ha detto il commissario Fossati - e permette di affrontare con quantitativi adeguati anche situazioni critiche come i periodi in cui sul mercato il sale scarseggia e il materiale viene venduto solo a prezzi molto alti. Nell’ultima stagione, per esempio, una ditta offriva sale a un prezzo superiore del 60% rispetto a quello che avevamo già acquistato dal nostro fornitore con gara. I depositi sul territorio, la scelta di fornitori attraverso appalti pluriennali, il controllo costante delle disponibilità anche sulla base dei consumi medi stagionali garantiscono alla Provincia la miglior gestione possibile delle scarse risorse per questo servizio».

martedì 21 maggio 2013

Tornado devasta l'Oklahoma: 37 morti!

Un devastante tornado si è abbattuto sull'area sud di Oklahoma City, negli Stati Uniti, portando distruzione e morte nella cittadina di Moore. Il bilancio, ancora provvisorio, e' gravissimo: sotto le macerie di una scuola elementare andata completamente distrutta secondo le tv locali avrebbero perso la vita almeno 20 dei circa 75 bambini rimasti intrappolati insieme ai loro insegnanti. Ma si teme che le vittime siano molte di piu'.

L'ultimo bilancio parla di almeno 37 morti in totale. Centinaia i feriti. I testimoni parlano di uno scenario "apocalittico". Le immagini trasmesse dalle tv, riprese dagli elicotteri, mostrano interi isolati rasi al suolo, compresa la Plaza Tower Elementary School, le cui mura sono completamente crollate. I soccorritori lavorano incessantemente nel disperato tentativo di salvare piu' vite possibile e per ora sono riusciti a tirare fuori sani e salvi almeno 30 bimbi. E' una drammatica corsa contro il tempo mentre qualcuno - raccontano le tv - avrebbe udito pianti e urla di richieste di aiuto provenire da sotto le macerie.

Danni gravissimi si registrano anche all'ospedale della cittadina, che è stato evacuato. Duramente colpiti anche l'edificio che ospita un cinema e la vicina autostrada, che è stata chiusa dalle autorità. "Le nostre peggiori paure sono diventate realtà", spiegano gli esperti del National Weather Service, il servizio meteorologico nazionale, che avevano lanciato un allarme tornado 16 minuti prima che sulla zona si scatenasse l'inferno. In tanti, quindi, non hanno avuto il tempo di mettersi al sicuro. Il tornado, con una circonferenza di oltre tre chilometri e venti fino a 300 chilometri l'ora, ha imperversato sull'area per circa 40 minuti. In tutta la zona è stato quindi proclamato lo stato di emergenza. E l'allarme è tutt'altro che cessato, visto che i metereologi temono il formarsi di nuovi tornado nelle prossime ore, dopo quelli che nelle ultime 48 ore hanno causato danni e due morti nel Midwest.

Il presidente americano Barack Obama ha chiamato il governatore dell'Oklahoma Mary Fallin, assicurando che l'amministrazione, attraverso la protezione civile, ''e' pronta a fornire tutta l'assistenza necessaria''. Moore e' una cittadina che conta circa 55.000 abitanti e su cui già nel 1999 si era abbattuto un terribile tornado che aveva causato la morte di una quarantina di persone

sabato 11 maggio 2013

Terremoto 4.7 sulle coste della Libia

Un terremoto di magnitudo 4.7 è stato registrato in mare, vicino alle coste libiche, alle 06:42 di oggi (ora italiana). Le coordinate sono 32.781°N e 12.537°E ad un ipocentro di 20 km.
Nessuna notizia, al momento, riguardo danni a persone o cose.

Iran: scossa magnitudo 6.2 nel sud

Almeno 11 feriti e gravi danni in cinque villaggi
(ANSA) - ROMA, 11 MAG - Una forte scossa di terremoto e' stata registrata alle 6:38 ora locale (le 4:08 in Italia) nell'estremo sud dell'Iran. Il primo bilancio e' di 11 feriti e gravi danni in 5 villaggi. ''Diverse abitazioni sono state distrutte'', afferma il capo delle unita' di soccorso della Mezzaluna rossa iraniana Mahmoud Mozafar. La scossa, stimata inizialmente dal Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) di magnitudo 6.2, e' stata seguita finora da 9 forti repliche di magnitudo comprese tra 4.4 e 5.3.

CO2: raggiunta quota 400, record da 3 milioni di anni


Nel 1958 la concentrazione nell'atmosfera era di 316 ppm
Sul Mauna Loa (Hawaii) registrati il 9 maggio 400,03 ppm

Il contenuto di anidride carbonica nell'atmosfera ha raggiunto la quota simbolo di 400 ppm (parti per milione). Un livello che non era mai stato raggiunto almeno da 3.200.000 anni, secondo le analisi effettuate nei carotaggi dei ghiacci polari e dei sedimenti marini. Il dato di 400,03 ppm - registrato il 9 maggio con gli strumenti posti sul vulcano Mauna Loa nelle Hawaii - è ancora preliminare secondo l'Agenzia americana dell'atmosfera e degli oceani (Noaa), ma si tratta solo di una questione di giorni. Uno strumento analogo a San Diego ha registrato 399,73 ppm, ma la tendenza all'aumento è costante.
AUMENTO COSTANTE - Quando sono iniziate le rilevazioni costanti e accurate nel 1958, la concentrazione di CO2 nell'atmosfera era di 316 ppm. I dati scientifici assicurano che negli ultimi 800 mila anni non erano mai stati superati i 300 ppm. Dall'inizio della rivoluzione industriale, circa 200 anni fa, la concentrazione di anidride carbonica è costantemente aumentate. Per la totalità degli scienziati di tutto il mondo non c'è alcun dubbio che questo aumento sia legato alle attività umane e che l'aumento della CO2 nell'atmosfera è la causa numero uno dell'incremento delle temperature media globali.
Articolo di Paolo Virtuani per il "Corriere della Sera"

giovedì 9 maggio 2013

Jolly Nero: manovra inevitabile per l'uscita ovest del porto insabbiata


fonte: Il Fatto Quotidiano .it
Le manovre possibili della Jolly Nero
Jolly Nero, retromarcia obbligata perché l’uscita ovest del porto è insabbiata
Il ministro Lupi alla Camera: "Dal 2008 investimenti per 500 milioni". Ma la nave Messina non è potuta ripartire di prua perché non c'è abbastanza profondità. Varie ipotesi per chiarire la dinamica, compresa l'avaria. Ma il comandante ha l'obbligo di controllare che tutto funzioni prima di partire.

Una manovra standard. “Eseguita in sicurezza“. Secondo le procedure. Ripetuta “con regolare frequenza“. Una retromarcia eseguita in uno spazio di alcune centinaia di metri che per il comandante di un cargo come il Jolly Nero e di un pilota del porto è come un oceano. Lo hanno detto tutti, subito: il presidente dell’Autorità Portuale, il presidente della Regione, la compagnia di navigazione, il ministro dei Trasporti Lupi (leggi la cronaca della giornata).
Ma tutte quelle manovre abituali sono state compiute da una nave evidentemente impazzita. “Certo che in mare possono accadere incidenti così come succede per strada – ammette al fattoquotidiano.it un ufficiale della Guardia Costiera – Nella statistica è chiaro che capita una cosa simile. Non è inspiegabile: una spiegazione sarà data, anche grazie alle scatole nere. Ma una cosa come questa possiamo dire che è più unica che rara”. La premessa di fondo, intanto, è che tutto ciò che è successo in quei minuti, anche in plancia di comando, è registrato. Le scatole nere – come tutti hanno imparato con il disastro della Costa Concordia – a bordo di una nave sono due: una registra tutto ciò che operativamente accade a bordo, l’altra le conversazioni avvenute all’interno della plancia di comando (un po’ come fossero intercettazioni ambientali).
L’uscita di Ponente inagibile perché insabbiata
Cos’è successo, dunque? La nave stava uscendo dal porto, come si sa. ”Nel 2012 il porto di Genova ha movimentato 6.600 navi con circa 14mila operazioni di manovra. Dal 2008 sono stati attivati investimenti per circa 500 milioni di euro e da quella data non si sono mai più verificati incidenti”.  Il problema, tuttavia, è che l’uscita di Ponente, che sarebbe stata quella più naturale, è troppo insabbiata per consentire il transito delle grandi navi.
Dunque la Jolly Nero era in retromarcia, assistita dai due rimorchiatori (uno a prua e uno a poppa), e ha percorso così diverse miglia, allontanandosi dalla cosiddetta Bocca di Ponente e avvicinandosi a Bocca di Levante. A metà strada di questo tragitto, la manovra “consueta”: in un’area più ampia, chiamata “Avamporto”, è iniziata la cosiddetta evoluzione, un giro di 180 gradi per mettere la prua verso la propria sinistra, cioè verso l’uscita.
La retromarcia che non si è mai fermata
A questo punto qualcosa non ha funzionato, perché – anziché rallentare e poi ripartire con i “motori avanti” – la portacontainer ha continuato ad andare indietro fino a schiantarsi – con la parte sinistra della poppa – contro la torre dei piloti e agli edifici di fianco, in sostanza sbriciolandoli. Una nave a motori indietro, specie in porto, si muove a velocità bassa, al massimo 3 nodi (cioè meno di 6 chilometri orari). Ma si tratta di una nave che può arrivare fino a 40mila tonnellate, lunga 240 metri e larga 30. In più c’è il meno governabile degli elementi: l’inerzia. Per fermare, girare, muovere una nave ci vogliono molti metri e molto tempo in più. Inutile aggiungere che nulla potevano fare i rimorchiatori che assistevano il cargo della Messina: qualsiasi loro resistenza è stata inutile. “Uno dei cavi di un rimorchiatore che stava aiutando la Jolly Nero a fare la manovra per uscire dal porto si è rotto, ma forse dopo l’incidente” ha raccontato il procuratore di Genova Michele Di Lecce. Il resto l’ha fatto il caso. La poppa della nave, del resto, ha impattato proprio in quel punto della banchina, dove si trovavano più persone.
Varie ipotesi: dall’avaria ai motori alla velocità eccessiva
Quello che è successo, insomma, appare chiaro. La questione aperta resta il perché è successo. E’ difficile, per i motivi che abbiamo detto, pensare a un errore umano, un giudizio sbagliato sulle distanze, manovre inesatte. Genova è il primo porto d’Italia, ha piani di sicurezza di livello e non ha mai messo in luce alcun problema di traffico in entrata o in uscita. Per giunta quello è il momento in cui l’equipaggio nella sua interezza è concentrato e impegnato al cento per cento. Non si è in mare aperto, non ci sono turni. Tutti partecipano a tempo pieno: il comandante è in plancia, ogni membro dell’equipaggio è chiamato a lavorare senza riserva.
L’esperto: “Messina compagnia di primo livello”. Ma nessuno ha controllato i motori?
Lupi alla Camera ha parlato di varie opzioni: l’avaria, problemi ai cavi di trazione dei rimorchiatori, difetti di accosto o la velocità della manovra. Fatto sta che sono indagati sia il comandante della nave sia il pilota del porto. Ma a cosa serve quest’ultima figura? “La presenza del pilota del porto è obbligatoria e la compagnia la paga – risponde Nicolò Carnimeo, docente di diritto della navigazione all’Università di Bari e blogger del fattoquotidiano.it – Il pilota sale a bordo della nave prima della partenza e scende appena la nave ha raggiunto la distanza di sicurezza dal porto. Materialmente è l’equipaggio che manovra la nave e il comandante a dare gli ordini”. Il pilota, insomma, affianca il capitano e dà suggerimenti per le manovre. “L’Unione Europea aveva chiesto più liberalizzazioni, ma il sistema italiano è rimasto più o meno uguale proprio perché è ritenuto sicuro”. “Da quanto ho capito finora – conclude il professore – è stata una strana manovra. Un pilota la fa 5 volte al giorno. Ma verosimilmente tutto è stato causato da un guasto meccanico. Dopotutto la Messina è una compagnia di primo livello, con equipaggi preparati e comandanti esperti”. Una questione resta tutta aperta. I comandanti delle navi sono tenuti, per leggi e protocolli di sicurezza, a controllare prima della partenza che tutto funzioni: dispositivi elettronici, ma anche i motori. Perché, nel caso si sia trattato davvero di un’avaria, nessuno si è accorto che qualcosa non andava?

Torre piloti prima e dopo l'incidente del 7 maggio


mercoledì 8 maggio 2013

Domani lutto cittadino per l'incidente alla torre piloti del Porto di Genova


Genova - Lutto cittadino per quanto avvenuto ieri sera alla Jolly Nero, a Genova.
Questa la decisione del sindaco Marco Doria.
Attualmente i sommozzatori sono ancora al lavoro per rimuovere l'ascensore caduto in mare dentro il quale sono rimaste intrappolate tre persone.
"Mentre sono in corso le operazioni di ricerca dei dispersi - ha comunicato il Comune di Genova -, il sindaco Marco Doria esprime il cordoglio dei genovesi ai familiari di coloro che hanno perso la vita nello svolgimento del proprio lavoro. L'amministrazione comunale proclama il lutto cittadino nelle forme che saranno definite nelle prossime ore".
Le due vittime della Capitaneria di Porto avevano meno di trent'anni.
(fonte: primocanale.it)

domenica 5 maggio 2013

Record del mare pulito

da "Il SecoloXIX web" del 05/05/2013
Mare pulito, record storico
di Giuliano Gnecco e Edoardo Meoli
Genova - Il risultato è da record, tanto che non ha precedenti a memoria d’uomo. «Non so se sia la prima volta, dovrei controllare l’andamento storico - ammette Rossella D’Acqui, direttore scientifico di Arpal - Sicuramente non è comunque niente male».
Poco ma sicuro, perché tutti i circa 40 punti di rilevamento nel Comune di Genova hanno dato disco verde: non sarà quello dei Caraibi, ma il mare della costa genovese è pulito.
«Il dato, con un paio di eccezioni, è confermato in tutta la provincia», esulta D’Acqui. Ebbene sì, c’è balneabilità su tutta la linea, compresi i punti storicamente critici di Vernazzola e Sturla ovest. Non solo, con davvero poche eccezioni, la classificazione dei punti di campionamento è eccellente: «Questo è importante - nota D’Acqui - perché indica una tendenza. La classificazione prende in considerazione i campionamenti degli ultimi quattro anni, e dove è eccellente significa che non ci sono stati in questo lasso di tempo valori fuori dalla norma. Nei punti dove invece la classificazione è scarsa, oppure sufficiente, significa che i valori sono a posto, ma negli ultimi quattro anni ci sono stati problemi».

sabato 4 maggio 2013

Terremoto, scossa di 3.8 nell’Alto ferrarese

L’Ingv ha registrato alle 7.11 una magnitudo di 3.8. Seguita da una seconda più lieve
Prima le piogge con il rischio idrogeologico prolungato dalla protezione civile fino al 6 maggio, poi la tromba d’aria, la grandine e stamattina la scossa di terremoto. Non c’è pace per l’Emilia, colpita alle ore 7.11 da un microsisma di magnitudo 3.8, seguito da un secondo, più lieve, di 2.7, entrambi registrati nell’Alto ferrarese.
La prima scossa, avvenuta a una profondità di 8 km (coordinate 44.868°N, 11.445°E), secondo i dati dell’Ingv è stata avvertita distintamente nei comuni nel raggio di dieci chilometri dall’epicentro: Bondeno, Mirabello, Sant’Agostino e Vigarano Mainarda in provincia di Ferrara e Ficarolo e Gaiba in provincia di Rovigo. Con minore intensità la terra ha tremato anche a Poggio Renatico e Ferrara.
La seconda scossa, di magnitudo 2.7, è avvenuta alle ore 7.37 a una profondità di 9.1 km, nell’area compresa tra i comuni di Bondeno, Mirabello, Vigarano Mainarda, Ficarolo e Gaiba.
(fonte: estense.com)

Tromba d'aria in Emilia: gravi danni e feriti

Sono oltre un centinaio le case danneggiate dall'improvvisa perturbazione che si è abbattuta sull'Emilia nel pomeriggio di ieri. E' il bilancio, ancora parziale, della Protezione civile dell'Emilia Romagna. Il direttore Maurizio Mainetti sta raggiungendo Mirandola con il presidente della Regione Vasco Errani e l'assessore alla Protezione civile Paolo Gazzolo.
E' infatti proprio in uno dei comuni modenesi più devastati dal sisma di un anno fa, la frazione di San Martino in Spino, la più danneggiata dalla tromba d'aria. "Un conteggio definitivo lo avremo domani", ha detto Mainetti, spiegando che l'impegno è diretto a collocare e trovare soluzioni di assistenza per le decine di persone con la casa inagibile. E ha confermato che i feriti tra Modenese e Bolognese sono 11 di cui sei portati precauzionalmente in ospedale.

venerdì 3 maggio 2013

Non prima del 2014 la rimozione della Costa Concordia dal Giglio

Piombino (Livorno) - "La nave Costa Concordia non dovrà stare nell'orizzonte dell'Isola del Giglio nel prossimo anno" e "con la fine di questo anno vorremmo traguardare l'obiettivo della rimozione, anche considerando se le condizioni meteorologiche lo permetteranno". E' l'auspicio che il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando ha indicato al termine della riunione con gli enti locali circa la rimozione e lo smaltimento del relitto della Costa Concordia.
"Non vogliamo incertezze sui tempi della rimozione, non vogliamo che la nave faccia troppa strada nel Mediterraneo, ma soprattutto non vogliamo che vada in un porto del terzo mondo dove non ci sono né controlli ambientali, né sulle condizioni di lavoro di chi dovrà smantellarla". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, aggiungendo invece che "Piombino è il porto più vicino" e che "qui si possono intrecciare rilancio produttivo, innalzamento della qualità ambientale e occupazione".
(fonte ANSA)