Genova - Il sopralluogo ha lasciato poco spazio ai dubbi. Perché quelle «fessurazioni» ben visibili nel sottotetto, e non solo, di palazzo San Giorgio, sono molto più prosaicamente crepe prodotte dal terremoto . E non proprio irrilevanti, se è vero che da venerdì sono in corso interventi di «somma urgenza» per consolidare l’edificio ed evitare che un’ala resti pericolosa. Nel frattempo l’Autorità portuale, che qui ha la sua sede dai primi del Novecento, ha trasferito due piani di uffici in una zona più sicura.
Per capirci qualcosa bisogna tornare alle 9,06 di martedì 29 maggio . È l’istante che, nella provincia di Modena, genera il disastro che ucciderà diciassette persone, tredici delle quali stavano lavorando in fabbriche della zona. È il sisma di magnitudo 6 che colpisce per la seconda volta l’Emilia nello spazio d’una settimana; ma che, nuovamente, viene percepito in tutto il nord Italia. Fuggono gli studenti dalle scuole, a Genova , e quel giorno nessuno vi farà più rientro a scopo precauzionale. Altri palazzi sono evacuati e però ce n’è uno, assai simbolico, che riporta conseguenze serie nonostante i 300 chilometri di distanza dall’epicentro.
Palazzo San Giorgio, esempio di architettura civile medievale e costruito nel 1260 su commissione del Capitano del popolo Guglielmo Boccanegra, è uno degli edifici storici più noti della città (nelle sue celle fu recluso Marco Polo prigioniero della Repubblica di Genova), visibile a chiunque percorra la Sopraelevata o s’appresti a entrare al Porto antico nei pressi di Caricamento. L’affresco del fronte a mare, l’immagine più forte e indelebile agli occhi di molti turisti, è stato restaurato vent’anni fa circa, e da allora sono stati compiuti solo interventi di manutenzione ordinaria. Ma le vibrazioni di sette giorni fa, a differenza delle altre che periodicamente hanno segnato il nord in questi ultimi mesi con epicentro lontani dal capoluogo ligure, lo ha ferito in modo serio.
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